lunedì 4 maggio 2009

Ma che pollaio!


  • Un appello dagli Usa: dopo l’orto biologico, anche un pollaio nel giardino della Casa Bianca
    (blogeko.it)


Tempo addietro discussi con una persona di Marzabotto che riteneva "indecente" che in mezzo all'abitato ci fossero case con tanto di pollame.
Ciò è da sempre nella cultura contadina italiana, renana e non solo (in ogni casa c'erano pollame, uno o più maiali (il maiale è l'animale con la più alta resa produttiva ed un riciclatore eccezionale), a volte dei bovini.

Ora i vicini si scandalizzano per il chiocciare o la presenza di tacchini o galline, per qualche  cacchetta qua e la (la pollina è uno dei concimi migliori) ma contemporaneamente passano con diletto ore nel traffico a mangiarsi particolato o nanopolveri o a riempirsi la casa di chimica detersiva e non solo teratogena e cancerogena e mangiano il pollo di plastica all'estrogeno e il maiale sintetico all'antibiotico a km_centinaia_se_non_migliaia.
Invece che all'odore di pollaio hanno il naso e la mente abituati all'Arbre Magique o altri profumi nocivi_ma_buonini.
Ma i polli no.
C'è da rifare una cultura della qualità del vivere, la sostenibilità e la qualità, il benessere del vivere sono, in primis, un fatto di testa, di coltura. Scusate, di cultura.

Cesare Zecca


(immagine: salvatore nicoletti)

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