mercoledì 15 aprile 2009

La necessità aguzza...

Il barile è vuoto, si vede il fondo.
Debito pubblico (30k€ a cranio), comuni che hanno campato svendendo il territorio, hanno venduto l'acqua, hanno venduto la salute per turbogas ed inceneritori degli azionisti, hanno venduto la valle del Setta per il mostro di valico, permetterà solo traffico più veloce più inquinante far passare sotto il naso dei locali, gabbati e mazziati, merci e beni e persone via, più veloci ancora; hanno venduto i campi che davano orzo, farro e maiali, acqua, lavoro cibo e vita.

Il barile è vuoto.
La lungimiranza, l'idea di lavorare per produrre beni, utili, ogni anno, è stata sostituita dall'economia di carta e dalla speculazione, un po' scemotta, del tutto e subito. Figli, nipoti e bisnipoti? Cazzi loro.
Non ci sono più mezzi, no soldi, no risorse.
Bene. Ottimo. La necessità aguzza l'ingegno.
Paolo Giuffrida, scrive, nel programma, che il mutuo aiuto, la mutua assistenza, il mutuo soccorso potrà venire solo da relazioni, da piccole comunità coese che si incontrano, occhi ad occhi, mani che si stringono, persone che parlano ed ascoltano e vivono e vogliono vivere bene, in armonia, in stabilità e si danno una mano. Oggi io a te, domani tu a me. Welfare? che roba è? quanto costa?
Non è facile, dopo decenni di frantumazione sociale, perfino dentro la famiglia del mulino bianco, nella quale pa' guarda l'Inter in stanza, ma' il grande fratello in soggiorno e Pierino gioca alla playstation in camera, poi domattina al lavoro ciascuno chiusisolato nella propria auto, rimettere insieme una rete di rapporti umani, di persone in anima e corpo.
Non ci sono soldi per promettere nulla.
Altro Appennino non promette nulla del pattume che ha sfasciato, drogato, rimbambito, tumorizzato questa società.
Essi propongono più dosi di malattia, noi proponiamo di iniziare a pensare ed agire per cose utili, sane, benefiche, piacevoli, riproducibili, di senso, scienza e conoscenza, per il bene comune e in prospettiva (di certo non il rendiconto trimestrale sugli utili o annuale dei voti per IL partito). Partecipazione, respons-abilità, impegno personale.
Raschiare il barile da ai nervi, è vero. Rivolgersi, prego, ai predoni (decidete pure di mettere o meno la L nella sigla) che hanno svuotato le casse, depredato il territorio, creato debiti, sparso diossina, ecomostri, villette prosismiche etc.  Mentori per cicale drogate.

Non un metro quadrato di territorio da consumare in più per questa droga sociale e culturale. Ora, arriverà il picco degli anziani, non si può certo pretendere di sradicare centinaia di migliaia di badanti straniere, di strapparle ai loro figli ai loro anziani per gestire i nostri vecchi. Le migrazioni sono sempre violenza, nei luoghi di partenza e in quelli di arrivo.

La necessità aguzza l'ingegno, la creatività, il piacere di vivere, il corpo, le amicizie, il piacere di contribuire al bene comune, la lungimiranza, ...
La necessità favorisce le innovazioni di pura eccellenza.
Non ci credete?
C'era una volta un'impresa che lavorava i prodotti della terra, in accordo con essa. Poi arrivò la finanza, quella delle banche e degli istituti internazionali che premiavano i fondi tossici, che le hanno detto: no, da noi, no, noi prestiamo solo soldi a chi li ha, oppure ti diamo un po' di titoli tossici.
Allora, un gruppo di persone, ingegnose, si misero insieme e, pensando, e usando la testa e le azioni...

Pare una fiaba, invece è un'altra vera e reale storia, proprio un'altra storia.
Gas? ce n'è uno anche a Pioppe, roba buona, vera, funziona bene, ogni settimana.

Cesare Zecca

martedì 14 aprile 2009

mer 15 apr, h 20:30, Marano

Per iniziare a parlarne insieme, ci troviamo

mercoledì 15 aprile alle ore 20:30

presso la sala civica  “Caduti di Molinaccio

via della Fiera 11
Marano - Riola

Il Male Comune

Ieri sera Rai 3 Report è stato dedicato alla questione del consumo di territorio con una puntata dal titolo significativo, Il Male Comune.
Ai disastri a valanga causati da questa scelleratezza documentati con precisione e chiarezza da Report, che massacrano il futuro, l’economia e la vita delle persone, aggiungiamo
  • desertificazione, depauperamento delle risorse idriche, sconvolgimento idrologico
  • alterazione micro e miniclimatica
  • sbilanci e aggravamento dei deficiti delle casse comunali
  • crollo dei valori immobiliari dell’esistente (prelievo forzato e silente di ricchezza dalle famiglie)
  • eliminazione di posti di lavoro, distruzione del settore primario e del turismo
  • tossicodipendenza di interi settori di un’economia drogata da straccioni, impedimento allo sviluppo di nuovi settori eco-nomici ad alto valore aggiunto
  • proliferazione di cave
  • sovversione (i sindaci rispondono ai gruppi di interesse e potere edilizi invece che ai paesani)
  • distruzione paesistica ed annichilamento estetico
  • sradicamento delle persone, loro imp0verimento culturale
Cambiare radicalmente questa antipolitica basata sul consumo di territorio è ciò distingue nettamente Altro Appennino da altre liste civiche e dai partiti, che hanno l’assalto al territorio e l’edilizia selvaggia come unica terapia per questo male comune, propinano aria fritta e malsana servita con un po’ di salsa verde alla sostenibile, una sbobba parolaia e sofisticata.
L’altra lista civica, Voltiamo Pagina di Mirco Baldi, ed il PD -  raggruppamento di partiti satelliti di Graziella Leoni  hanno un programma… edilizio. Ora andiamo a vedere…
Cesare Zecca

giovedì 9 aprile 2009

ven 10 apr, h 19, Stanco

Per iniziare a parlarne insieme, ci troviamo

venerdì 10 aprile alle ore 19
presso il

bed & breakfast 6 stanco
via Stanco 28
Grizzana Morandi

Ungulati



"I cinghiali in città non ci devono stare: li abbiamo trovati anche in porto e all’ospedale"

C'è un articolo divertente sull'interazione tra suinidi e umani nella città della Lanterna. Un altro articolo, meno divertente, parla di cosa sta succedendo a Sumatra, in questo caso si tratta di felini e non di suini.

E' necessario, per capire e com-prendere, cambiare punto di osservazione, osservare la realtà che è MOLTO diversa da quanto sostenuto dai gruppi di interesse e dai politicanti che prendono voto da specifiche minoranze. E' importante sapere che esistono più punti di vista e osservare la realtà da essi.
La crescita edilizia e demografica nella valle del Reno e non solo restringe gli areali utili alla fauna non umana.
D'altra parte, sul territorio, cosa osserviamo? Gli interessi di cacciatori, cinghialai, bracconieri, cervieri, ristoratori, dei turisti della domenica quant'èbelloildaino, salvo incazzarsi come delle jene imbufalite quando l'amato cervide centrato fa dainni di qualche migliaio di euro alla propria auto, etc.

Tra le altre cose, in fondo alla lista - più sotto non è possibile, la pagina è finita - ci sono pure gli interessi di contadini e semplici residenti i fondi dei quali, di fatto, nella realtà, sono utilizzati a mo di allevamento brado di fauna (non umana) "gestita" da cacciatori umani per lucro e fors'anche un po' di passione venatoria (mah, un conto è Rigoni Stern, un conto andare per colli e fondi altrui con suvvazzi e jeepponi, elettronica ed armi di precisione assoluta).
C'è da ristabilire un equilibrio: gli agricoltori che subiscono danni sistematici e sovente completi alle produzioni devono tornare attori, buona parte del potere sulla gestione venatoria deve essere governato da chi sostiene i costi e danni e quindi passare dai cacciatori-allevatori-allo-stato-brado-su-fondi-altrui agli agricoltori. E' sufficiente ascoltare gli aneddoti di molti contadini ed abitanti in zone rurali per capire come le leggi che dovrebbero regolare la caccia siano, il più delle volte, irrise, messe sotto i piedi e pure sotti i copertoni di suvvoni ed altro, ascoltare che in provincia, i soldi per i risarcimenti ai guasti alle culture non ci sono quasi mai. E' il teatrino all'italiana di leggi fatte per mettere a posto le coscienze e per darsi un vanto di ambientalismo e poi regolarmente disattese. I controlli non ci sono, le pene neppure, la carne di cervo, capriolo e cinghiale frutta benissimo (migliaia di euro, quasi sempre in nero).
I predatori naturali (il lupo) ora sono visti come fumo negli occhi, anche dai cacciatori, spesso eliminati illegalmente (bocconi avvelenati) sono invece elementi equilibratori fondamentali nel contenere gli ungulati e hanno capacità selettive estremamente migliori dei cari sparoseletelecontrollori.
Parco divertimenti per sportivi. E gli agricoltori e gli abitanti rurali? Si pigliano i danni, stiano pure zitti e cacati, cornuti e mazziati, cerchino di non intralciare durante le braccate. Il conflitto tra agricoltori e cacciatori attraversa tutta l'antropologia e ha visto sempre i primi soccombere ai secondi, storicamente armati e violenti (non cambia molto se ariani vincitori e dravida sconfitti della civiltà indusiana, se si trattò di cacciatori europei di bisonti europei responsabili del genocidio dei nativi nordamericani, se in Darfur gli agricoltori cristiani stanziali neri soccombono ai cacciatori mussulmani nomadi arabi, se tutsi o zulu... etc.).

A medio termine c'è la necessità di rivitalizzare il settore primario (le parole hanno un significato!) per sfamare i 60 milioni di italiani e, localmente, le varie decine di migliaia di renani, che, l'Italia e la valle del Reno semplicemente non possono reggere assolutamente in tal numero (impronta ecologica: 2,42).
A lungo termine è necessario pensare ad un calo graduale e gestito della popolazione che permetta la sostenibilità e la riproducibilità delle risorse e che garantisca ampie zone (più ampie!) di territorio selvatico, incolto, libero e disponibile per fauna non umana e per la rigenerazione delle risorse (biomasse e boschi, acqua e falde, ossigeno, risorse paesaggistiche per il turismo, etc.).
Homo Sapiens necessita di ambiente e Natura (senza semplicemente non campa).
La Natura non necessita di Homo Sapiens.
Dal punto di vista scientifico, e pure del buon senso, l'antropocentrismo è un falso, una credenza che, dal punto di vista logico, non sta in piedi neppure con le stampelle.
Se si vuole vivere bene, è necessario usare scienza e conoscenza e un metodo scientifico, equo ed etico nell'affrontare la questione e governarla. Si parte dallo stato attuale, risultato assai problematico di una  gestione per  il danno comune e il beneficio di pochi, ed è necessario un radicale cambiamento di rotta per passare da un problema a una caratteristica/opportunità nella quale, chi sostiene i costi maggiori, abbia le maggiori voci in capitolo, conservando bioricchezza e biodiversità.

"Gli umani sui colli non ci devono stare: li abbiamo trovati anche nel bosco e tra i prati, nella nuova cava al fiume..."

Cesare Zecca

martedì 7 aprile 2009

Il tesoro nei campi


  • quello che mi piacerebbe cambiare a vergato:
    ...
    5.  costruzione di importanti fabbriche nel territorio di periferia zona: carbona loc. serini e loc. quaderna
    (commenti di un ragazzo del Fantini, Vergato)


Articolo di repubblica, oggi, Il made in Italy della terra - C'è un tesoro nascosto nei campi su agricoltura, su lavoro che non c'è e che c'è molto, età dei lavoratori, non ci sono nuovi agricoltori...
L'industria è morta, forse, o in coma grave, in un mondo in crisi di sovrapproduzione bisogna aprire altre fabbriche? E se si pensasse all'eco-nomia utile che da lavoro e ri-produce benessere e beni buoni sani utili e necessari, un'eco-nomia che conservi con cura risorse e beni comuni per tramandarli a coloro che seguono?
L'Italia è autosufficiente solo per sette mesi su dodici, per cinque mesi all'anno dipendiamo dall'estero (fonte Coldiretti). 3,5 milioni di ha cementificati in Italia, in provincia di Bologna stessa solfa; i campi incolti in appennino si vedono ogni 500 metri.
Agricoltura di qualità e filiera relativa danno lavoro, come in California.
Industria... basta con questa robaccia moderna. Come si recuperano le risorse per la conversione? Smettendo di dissanguarsi con milioni di euri al giorno versati nelle casse di petrolieri, uranieri e gasieri esteri.
Questa è la visione di insieme di Altro Appennino.

Un agricoltura di qualità, perché come dice Valerio Pezzoli, i quadrati di carta colorata emessi dalla BCE non si mangiano. E non danno neppure lavoro, pare.

Cesare Zecca

mercoledì 1 aprile 2009

In principio

E' importante tenere a mente da dove Altro Appennino è partito. Molti di noi hanno osservato il tumore edilizio crescere senza sosta e mangiarsi interi pezzi di valle. Ecomostro di pian di Venola, le costruzioni deliranti in località Tabina e Serini, simbolo del peggiore sprawl, la villettopoli della Casella a Pioppe, lo squarcio della variante di valico in val di Setta, le cave di Sperticano e illegali in zona parco, sponda destra del Reno, nei pressi di Fornace di Salvaro, il progetto di speculazione edilizia pro grattacieli, spacciato da realizzazione di parcheggi in zona ferroviaria, nella stazione edilizia a Vergato, la boiata del collegamento autostradale Reno-Setta sulla quale c'è un coro pecoreccio unanime di stolti, quelli che non osservano che le aziende delocalizzano in Romania e Bulgaria, dove le strade, quando esistono, sono bianche e formato gruviera, il project financing del liberismo all'itagliana de noantri, ai privati gli utili (se ci saranno) alle casse dello stato i debiti e i costi, alla comunità il degrado drastico ed irreversibile dell'ambiente, tutta robba servita in pregiata salsa ideologica del fare per il fare (c'è anche la versione più sofisticata, salva con colorante similverde, dell'ecologia del fare), spararsi negli zebedei pure, è fare anche quello. Per brevità escludiamo il 90% di chicche di questo livello, cacate con poco sforzo dalle menti di questi amministratori pro betoniera.

Una visione scema (l'idiozia ha molti difetti, miopia ed insostenibilità sono solo alcuni di essi) drogata di sviluppo edilizio continuo che va a detrimento di ogni altra cosa e ingrassa i magnaccia indigeni (in prevalenza autoctoni proprietari di fondi e terreni), cavatori, immobiliaristi, costruttori d'assalto, cio' la Ferrari che ho tirato su villette per ettari e sono 'gnorante com le bbestie.
E' importante tenere presente da dove siamo partiti. Nessun compromesso sull'energia con la quale curare la metastasi tumorale che i partiti (PD(L) ma anche esponenti rifondaroli, italovaloriali, unionistidemoedilizidicentro e tutta quella chincaglia lì) hanno da sempre somministrato e proposto a grulli e creduloni come prospettiva.

Cesare Zecca

Stop al consumo di territorio
Campagna nazionale

Stop al consumo di territorio