venerdì 6 maggio 2011

Ladri di... rifiuti

Ribaltare completamente l'approccio ai rifiuti. La comunità deve gestire la materia come risorsa, compresi gli utili che se ne ricavano. Siamo agli antipodi
  • linguistici (materie seconde invece di rifiuti),
  • topologici (locale invece che non locale),
  • di scala (in piccolo rispetto a impianti e lobby in grande),
  • di flussi (ricevere invece che dare),
  • di sociologia (bene comune rispetto a interessi di pochi),
  • di prospettiva (decrescita vs crescita)
  • di ruoli (impegno personale e di comunità rispetto a gestione da parte di terzi),
  • di filosofia (responsabilità vs delega).
Gestire, raccogliere e vendere la materia. Ciò è lucroso e non si capisce perché debba essere da una parte affidato a grandi strutture con interessi anche privati (Cosea o Hera) e dall'altro comportare la vessazione di paesani con tasse (invece che tariffe), senza alcuna modalità né repressiva di comportamenti viziosi né premiante di comportamenti virtuosi. Ecco un metodo efficace di distruzione di risorse prime finite e non rinnovabili e dell'ambiente per mezzo di discariche terrestri o aeree (inceneritori).
Vendere? fare profitti dai "rifiuti"? Voi siete matti.
Più volte in riunione abbiamo osservato l'ovvio; associazioni di vario tipo, parrocchie, pubbliche assistenze, robivecchi etc. una volta per lavoro campavano raccattando metalli, carta, vetro e altro in giro. E questo è passato recente. Ora si legge sempre più spesso di persone che vengono arrestate in quanto trovate affacendate a "rubare" ciò che che il senso comune considera rifiuto.
Se mi serve un'asse da stiro e vado in un isola ecologica la trovo e me la prendo, questo riuso spicciolo, atto molto ecologico viene considerato illecito. Eh!? Inversione dei valori.
Ecco la notizia di ieri: ladri di batterie ‘esauste’ arrestati dai Carabinieri, solo una di tante.
Ora ma non è che si ruba ciò che è (molto) redditizio?
La percezione che ci sia un conflitto di interessi e una distorsione di ruoli, responsabilità benefici e costi si rafforza; la sintomatologia è chiara.
Paesani e cittadini che riusano e raccolgono materie seconde devono essere molto incentivati (anche remunerati), coloro che non lo fanno devono essere tartassati e penalizzati fortemente.
Ma se i rifiuti sono redditizi, perché pagare per il loro smaltimento? Se qualcuno viene pagato per conferire polietilene o vetro, scommetti che qualcuno inizierà a raccogliere pure la monnezza in giro? Ma non è che essendone redditizia la gestione allora si vuole che essi aumentino? Gli utili: dove finiscono? Perché se io differenzio e raccolgo accuratamente separato fino all'ultimo grammo di quel poco che produco pago esattamente come la famiglia sotto che caccia nell'indifferenziato un sacco di roba al giorno?


(immagine: via ziswiler recycling)

1 commento:

  1. Lo smaltimento nel Terzo mondo nonostante i trattati internazionali
    Depredato il 70% dei centri
    di raccolta dei rifiuti elettronici

    I compressori dei frigoriferi sono i più «richiesti»

    http://www.corriere.it/ambiente/11_novembre_16/ewaste-rifiuti-riciclo-serafini_53282b20-0fa6-11e1-a19b-d568c0d63dd6.shtml

    RispondiElimina