Dei quattro quesiti referendari due sono relativi all'acqua e vertono sull'abrogazione di norme
- inerenti la possibilità di affidare a privati la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica
- che prevedono un'adeguata remunerazione del capitale investito
Due Sì contro la privatizzazione dell'acqua. L'acqua è un bene prezioso, collettivo, la sua gestione deve essere improntata al massimo risparmio ed a un uso più oculato possibile e ciò semplicemente confligge con gli interessi di privati il cui scopo è la massimizzazione dei profitti che si basa sull'aumento dei consumi o delle tariffe, degrado degli impianti, diminuzione dei servizi, aumento degli sprechi, etc. realtà peraltro già verificatasi sia in Italia (ad Arezzo e a Latina due esempi) che in Europa. Il principio di rendere oggetto di profitto un elemento vitale, di renderne privata la gestione basata su criteri monetari e non ecologici né improntati al bene comune deve essere rigettato radicalmente.
Sì all'acqua bene comune gestita pubblicamente e localmente con massima oculatezza.
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