sabato 10 ottobre 2009

Non costruire quel parcheggio

  • Il geologo Villa
    Lo dico dal 1950: non si costruisce così ma nessuno ascolta.
    Professor Villa, perché a Messina i danni causati da una pur forte precipitazione sono stati così gravi?
    Non certo perché la natura è cattiva, ma perché si è costruito dove non si doveva. Ho visto edifici costruiti su versanti chiaramente a rischio, ne ho visti persino nel letto di fiumare, dove è assolutamente impensabile costruire. Non so se gli edifici crollati fossero stati o meno autorizzati da qualcuno. Sta di fatto che non potevano stare lì.
    (Resto del Carlino, sabato 3 ottobre 2009, pag. 7)
cara Sindaco Sandra Focci
Non costruire quel parcheggio!
I recenti fatti luttuosi del messinese ci hanno fatto ricordare che anche a Vergato non siamo esenti da rischio. Le parole dell’intervista al geologo prof. F. Villa suonano come sinistro monito per tutti quegli interventi, che legali o meno, non rispettano i vincoli di (madre) natura.
Vergato ha già un’ espansione edilizia in versanti palesemente a rischio, ha una scuola costruita su una frana, un torrente imbrigliato che ogni pioggia grida vendetta, un depuratore guardato in cagnesco dal Reno ad ogni piena, un campo sportivo che sta subendo urgenti e costosissimi interventi di consolidamento; non abbiamo bisogno di un parcheggio dentro al fiume.
Per cui ti preghiamo
NON COSTRUIRE QUEL PARCHEGGIO
Valerio Pezzoli
Decine di automobili trasportate dalla forza dell'alluvione che ha colpito il paese di Giampilieri

Il progetto di inceneritore per stabilimento cartario a Marzabotto

In merito alla concreta possibilità che nell’abitato di Marzabotto venga costruito un inceneritore al servizio delle cartiere di Reno De Medici spa, Altro Appennino esprime la sua assoluta contrarietà.
Al fine di richiamare e impegnare l’amministrazione di Grizzana Morandi ai propri doveri di tutela della salute pubblica presenteremo la mozione qui di seguito riportata, chiamando il Consiglio Comunale a esprimersi su questa. Ci teniamo a precisare in merito al “ricatto occupazionale” su cui si basa l’accordo firmato da Provincia, Ministero del Welfare, Reno de Medici SpA e Sindacati, che riteniamo le promesse occupazionali di per sé ingannevoli, ma soprattutto che sarebbe compito delle amministrazioni costruire delle alternative che consentano di superare la contrapposizione tra la difesa dell’occupazione e quella della salute e dell’ambiente, ad esempio intervenendo sulla selezione e il miglioramento della raccolta della carta da avviare al riciclaggio riducendo quindi lo scarto da pulper. Riteniamo oltretutto censurabile la prassi di procedere ad accordi o protocolli d’intesa senza aver preventivamente coinvolto i cittadini e le istituzioni del territorio.

Risoluzione concernente il progetto di inceneritore per stabilimento cartario a Marzabotto

Premesso che
1
E’ ampiamente dimostrata la nocività degli inceneritori;
2
In ambiti territoriali che già ora prevedono la presenza di grossi inceneritori (hinterland bresciano, conurbazione Pistoia – Prato – Firenze e altri) la realtà dimostra l’accumulo di inquinanti letali come le diossine – furani, metalli pesanti e polveri nanometriche e la diffusione epidemiologica di malattie estremamente gravi come i linfomi non Hodgkin, affezioni teratogene, granulomatosi renatiche ed epatiche, disfunzioni cardiovascolari e altri classi di patologie;
3
La questione dello smaltimento delle ceneri tossiche prodotte in rilevanti quantità non è stato risolto;
4
A Marzabotto il progetto di sviluppo industriale dello stabilimento Reno De Medici, in capoluogo,via Amedeo Nerozzi, prevede la realizzazione di un inceneritore per l’incenerimento di scarti di pulper e disinchiostrati in forma di fanghi;
5
Il conferimento della materia da incenerire è previsto con traffico su gomma per ca. 80 TIR giornalieri aggiuntivi che andranno a pesare sulla statale Porrettana, una struttura già a rischio di collasso per il traffico insensato dovuto a politiche sviluppiste e speculative e che tale sovraccarico comporterà un ulteriore diffusione di inquinanti e un ulteriore scadimento della qualità e salubrità ambientale del territorio anche del nostro Comune
Considerato che
I
Alcune frazioni del comune di Grizzana Morandi (Pioppe di Salvaro, Carviano, America) sono molte vicine allo stabilimento ed esposte, per evidenti questioni orografiche, a subire l’inquinamento ancora concentrato prodotto dall’impianto previsto, specie in presenza di venti provenienti dal quadrante settentrionale, peraltro in costante aumento data la caratterizzazione sempre più meridiana dei flussi metereologici sull’Italia;
II
La figura del Sindaco è, per legge, responsabile della salute dei paesani di Grizzana Morandi;
III
Il grave inquinamento che si andrà ad aggiungere al degrado complessivo ambientale in corso è incompatibile ed osta ai progetti di sviluppo del settore turistico di qualità nel nostro comune in piccole strutture come bed & breakfast e aziende agrituristiche, come previsto dalle linee programmatiche di mandato illustrate dalla maggioranza;
IV
La diffusione di diossine comporta problemi di elevata gravità per le produzioni agricole delle poche aziende del settore primario rimaste ad operare nel nostro comune,in particolare per quelle del settore zootecnico e lattiero caseario, destinato a gravissimi danni in futuro, come dimostrato di recente nel Casertano per la presenza di diossine nei latti bufalini e nei prodotti con esso fatti o per la presenza di diossina nel latte prodotti da aziende zootecniche del Bresciano.
Il Consiglio Comunale di Grizzana Morandi
A
Si dichiara contrario al progetto di sviluppo industriale dello stabilimento cartario Reno De Medici nella parte che prevede la realizzazione di un inceneritore per scarti di pulper e disinchiostrati in forma di fanghi;
B
Si impegna ad essere presente in tutte le sedi, istituzioni e procedure amministrative per illustrare e sostenere la propria posizione contraria ad un progetto che reca tale grave nocumento alla salute dei paesani che essa rappresenta in parte e dei quali essa è responsabile in toto.

(immagine: ortica)

giovedì 8 ottobre 2009

Edilizia in crisi (dopo aver rovinato tutto il resto)

Prendo spunto da un’articolo pubblicato da Francesco Fabbriani nel suo luogo. La crisi dell’edilizia è troppo tardiva, considerati scempi e i danni gravi ed irrecuperabili perpetrati ad ambiente e alle comunità che esso ospita.
Pioppe di Salvaro è la rappresentazione lampante del tumore edilizio impazzito privo di ogni parvenza di sostenibilità (manca l’acqua per i consumi spropositati dovuti all’inurbazione di massa degli ultimi anni, portata a furia di autobotti, per gran parte dei mesi dell’anno, dopo anni di campagna battenti la quantità di raccolta differenziata è ad uno stitico 20.99%, il parcheggio della stazione realizzato da poco è già stipato ed esaurito gran parte dei giorni feriali, le fogne sono sottodimensionate…).
Piani irregolatori scellerati hanno venduto territorio e massacrato qualità del vivere dei residenti (che mugugnano, mugugnano e poi continuano a votare i loro sadici amministratori pro interessi di (pochi) terzi), per creare interi paesi dormitorio, Pioppe nello specifico, nei quali le infrastrutture collassano per il carico che si abbatte su di esse.
Proprio in figura (3a dall’alto nell’articolo citato) c’è dell’edilizia, fatta anche benino, con un certo criterio (buona classe energetica) in un posto nel quale, semplicemente, NON avrebbe dovuto in alcun modo essere stata fatta data l’intensità volumetrica e di superficie già ben oltre la decenza. Lì sotto, c’era un laghetto, prima e poi un bel campo che dava lavoro e poi un terreno incolto che in quest’epoca, invece di un brutto cantiere, era un mare di splendidi fiori gialli di topinambour.
Una volta.
Ora i residenti stanno da anni “scassati” con cantieri su cantieri, con un degrado continuo della qualità di vita, rumore, polvere, traffico, ruspe, betoniere, rifiuti sparsi ogni dove dalle maestranze edili nelle pause, rifiuti plastici  di cantiere spesso inceneriti in campo aperto (in anni passati feci più segnalazioni al 1515 del Corpo forestale dello Stato per questa scellerata usanza spargi diossina) etc.
La lottizzazione insensata della Casella, una proliferazione abnorme di condomini così stipati che neppure in città si vede qualcosa del genere, di decine di appartamenti vuoti comporta anche il crollo del valore dell’edilizia preesistente, con sottrazione - trasferimento continui di valore dalle tasche dei privati a quelle di costruttori - proprietari terrieri - immobiliaristi che lavorano sul nuovo (invenduto) e con una reclusione de facto dei residenti che anche se volessero scappare da questa metastasi cementizia semplicemente non riescono a vendere, a causa della valanga di offerta del nuovo.
A Pioppe, come a Vergato, a Pian di Venola, a Borgonuovo, a Riola, a Marano, si osserva il consumo folle di territorio e i  danni che essi procura in ogni manifestazione del vivere, sia esso la semplice carenza di acqua potabile (sprecata a migliaia di metri cubi per la pratica demente sempre più diffusa dei praticelli all’inglese che i nuovi “immigrati” praticano nelle loro nuove casette) il collasso delle strutture per traffico pendolare, l’incompatibilità con attività produttive, l’aumento dei prezzi dei terreni agricoli che sega le gambe alle nuove generazioni interessate a tornare ad un’agricoltura di qualità, la sedazione continua di eco-nomia virtuosa e che da lavoro, anno per anno, come quella agricola, avvelenata dalle attese drogate di rendite edilizie, mesi interi di migliaia di vite umane sprecati in trasferimenti pendolari sempre più lunghi dovuti all’esplosione del traffico automobilistico privato.
La crisi del mercato immobiliare è tardiva: il parco di invenduto è spropositato, il consumo folle del territorio già compiuto (Emilia Romagna 3a peggiore regione in Italia) i problemi creati da questo sviluppo patologico e patogeno rovinano già la vita di molte persone e creano problemi che si sommano ai precedenti, aggravandoli.
La frittata è già stata fatta.
Molto danno comune e molti utili per pochi.
No grazie.
P.S.
Nota bene, a Pioppe è prevista un’altra alluvione lottizzatoria edilizia, nei prati a sud / valle di via Casella, altezza incrocio via del Boscaiolo.
Al peggio non c’è limite.
Cesare Zecca
Stop al consumo di territorio
Campagna Nazionale


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