venerdì 29 maggio 2009

Altra energia

La produzione di energia da fonti rinnovabili può essere compiuta, su scala piccola e media con soluzioni eccellenti che garantiscono sia risparmi che risorse cospicui a famiglie e Comuni.
Un po’ di g.a.s (non è il CH4), energia da fonti rinnovabili, collaborazione tra persone e tra persone ed enti, ed ecco soluzioni innovative, geniali ed efficienti.
L’industria dell’energia fossile si incazza di brutto con questo nuova eco-nomia che fa risparmiare, che da energia, risorse e lavoro, invece di consumarli.
Ne parleremo mercoledì 3 giugno sera, nella sala consigliare del municipio di Grizzana Morandi. Il territorio è vocato, sia per quota s.l.m., clima (radiosità solare media) che per dinamica meteoeolica.
Attenzione: se ti da fastidio l’idea di risparmiare, avere un reddito aggiuntivo ogni mese, un Comune che si finanzia invece di svenarsi nella costruzione di strade e lottizzazioni mangiasoldi, evita accuratamente di venire.

giovedì 28 maggio 2009

Io ti cavo

  • E’ di 1 mld e 735 mln di euro il guadagno di chi sfrutta le cave per l’estrazione di sabbia e ghiaia per l’edilizia. Alle Regioni va solo il 4%. Circa 53 mln. A denunciarlo è Legambiente con un dossier. La perdita per le Regioni si aggira sui 500 mln l’anno.In Italia ci sono 6 mila cave da cui vengono estratti 142 mln di metri cubi l’anno di inerti
    (Ansa)
Domenica 17 u.s., a Pian di Setta, parlavo con Graziella Leoni e Cesare Calistri (candidata sindaca a Grizzana per il raggruppamento di partiti PD e altro e candidato alla presidenza del Parco di Monte Sole).
Eravamo giunti a parlare di cave. Con fare del tutto serafico, Cesare Calistri mi fa: le cave servono altrimenti come si fa con gli inerti? Nessuna idea sul riciclaggio di inerti ed all’economia virtuosa relativa. Zero. (qui e qui ad esempio).
A cosa servono gli inerti? All’edilizia speculativa. Speculativa perché non c’è alcun bisogno di altri edifici, dato l’inutilizzato/invenduto esistente. Graziella Leoni, poco prima, mi aveva detto: noo noooo, non si può mica fare la crescita zero, ci espanderemo in crinale. Alla mia risposta: ed il lavoro? Mi rispose: beh, riteniamo normale che la gente pendoli fino a 45′.
Non penso che gli inerti si siano infiltrati a caso nella testa di questa persone.
Come è noto, i cavatori locali (Simoni a Marzabotto, a capo di Cave Misa, ha alcuni processi penali a carico per reati commessi durante escavazioni abusive e pesantemente fuori norma, anche nel territorio di Grizzana, tra Casetta e Fornaci di Salvaro) ballano in quadriglia con costruttori, immobiliaristi, proprietari terrieri e i loro obbedienti dipendenti di partito.
Dipendenti di partito, di Hera (Focci aVergato, Leoni a Grizzana), dei cavatori, dei costruttori, dei deliri turbocaz capeggiate da ex-Hera e dal proponente Duccio Campagnoli, a scopo di lucro di multinazionalil, di partito e cazzi amari tuoi.
Ecco, prendono ordini da tutti meno che dai paesani che questi dovrebbero rappresentare e dai quali hanno ricevuto delega.
Cave Misa per lauti profitti suoi e danno comune sta sbragando e ravanando su tra Riola e Carbona un pezzo pregevole di valle. Ora, il PTCP che recepisce il Piano regionale di tutela acque, prevede, lungo la valle del Reno, anche nuove cave ehm, bacini di accumulo a Casetta (Grizzana-Vergato) Sibano, Latteria (Marzabotto). Operazioni da svariati milioni di euro di inerti. Hanno messo i topi a custodire il caseificio.
Ora, continuiamo pure con questa robba, che ha queste ottime idee per gestire i comuni.
Vota PD (ehm, scusate, Qualità e futuro edilizio per Grizzana Morandi).
Vota pure Partito Distruzioni Sandra Focci per i danni di Vergato. Se non ti piace il PD ma tutto il resto gusto cemento, scegli Nuova Vergato cementificata, più cantieri per tutti.
C’è anche il club dei masochisti che ti offre l’iscrizione onoraria. Scegliti la sindaca che ti meriti, ci pensa poi lei al tuo bene. Sì sì.
Vedrai: come cavano questi, non ti cava nessun altro.
Cesare Zecca

mercoledì 27 maggio 2009

Bilancio e ultimo sforzo

Carissimi, mi ero riproposto di tenere un diario di queste giornate frenetiche di campagna elettorale. Poi, alla fine, sono solo riuscito a buttar giù degli appunti che non meritano di essere socializzati. A campagna finita, se ne avrò tempo e voglia, forse ci tornerò su e questo mi aiuterà a riflettere su questo cammino insolito ed inaspettato fatto insieme a tanti - spesso nuovi - amici.
A una decina di giorni dal voto, vorrei, però, fare un piccolo bilancio e qualche considerazione su quello che abbiamo combinato.
Solo qualche settimana fa, il nostro progetto era qualcosa di molto nebuloso e nel nostro piccolo gruppo non c’era molta volontà di impegnarsi in questa cosa: molto scetticismo e molto “ma chi ce lo fa fare”, è molto più utile continuare con l’impegno concreto in progetti che cambiano un po’ la nostra vita (si veda il gaS di Pioppe).
Alla fine, forse grazie all’ostinazione mia e di qualcun altro, è prevalsa l’idea che tutto si tiene e che è importante anche porre la questione della gestione delle istituzioni locali. Questo perchè la democrazia rappresentativa mostra troppi limiti e perchè c’è bisogno di immediate iniezioni di democrazia partecipativa. Ma questa cosa si potrà fare solo se si supera l’attuale gestione partitocratica delle istituzioni che tiene lontani e a debita distanza tutti i fermenti presenti nella società civile.
Un’analisi, la nostra, molto semplice e, ci sembra, molto realistica: basta leggere il programma dell’attuale sindaco di Vergato. Si parla sempre di partecipazione, peccato che i comportamenti amministrativi son stati sinora tutti all’insegna dello scoraggiare e svilire ogni tentativo che vada nel senso della democrazia partecipativa.
Alla fine, in qualche modo, siamo arrivati alla decisione di fare il grande passo: ci saremmo presentati, ma la nostra proposta sarebbe stato un “progetto” di più ampio respiro e non solo legato alla contingenza di una scadenza elettorale.
Senza avere molto tempo a disposizione, abbiamo ragionato sul nome e sul logo. Grazie al contributo di qualche prezioso amico, oggi ci chiamiamo “Altro Appennino” e abbiamo un logo che tutti ci invidiano: semplice, colorato ed evocativo di un possibile “Altro Appennino”, di un luogo, cioè, dove sarà piacevole e bello vivere.
Lavorare al programma è stato altrettanto gratificante ed interessante: su molte questioni, abbiamo registrato diversità di vedute, ma sulle cose fondamentali, ci siamo trovati e la visione di futuro (molto ancorata al presente, però) che abbiamo delineato è davvero patrimonio di noi tutti.
Come definire il progetto e la nostra lista.
A me piace usare due termini: Comunitarismo e neoambientalismo. Queste mi sembrano le due grandi opzioni che ci permettono di qualificare la nostra proposta e che rendono coerenti i vari pezzi del nostro progetto sociale ed economico. C’è l’attenzione alle persone in carne ed ossa, con i problemi economici e sociali, e c’è la profonda convinzione che gli uomini, le comunità umane debbano “rallentare” i processi di crescita economica e debbano rendere più “leggera” le proprie impronte impresse sull’ambiente. C’è, cioè, la consapevolezza che il rispetto per la natura e per le risorse ambientali sono qualcosa che ci devono trascendere, perchè siamo ospiti temporanei di un ecosistema che ospita altre forme di vita e che dovrà, si spera, ospitare anche generazioni future.
Da amministratori, vorremmo un comune, dei comuni, dei territori “sostenibili” (economicamente, socialmente, ambientalmente).
Ci accorgiamo sempre più che anche l’uso di tanti termini sono oggi fonte di equivoci: chi è oggi contrario alla sostenibilità? penso nessuno e, di fatti, anche nei programmi degli amici delle altre liste, ritroviamo questi termini. Magari sono buttai un po’ a casaccio, come si fa nelle ricette: una manciata di ambiente rende il tutto più gradevole e saporito.
Ma i programmi vanno letti nella loro intierezza e globalità: e allora ci accorgiamo che le altre proposte (le 3 di Vergato e le 2 di Grizzana) sono terribilmente vecchie e interne ad un modello sociale ed economico (ma ci metto anche politico) che è in crisi, ma che, si spera, presto possa tornare a girare e a funzionare a pieno regime. E per fare questo, vengono proposte le cose che possono aiutare questo “rimettere in moto” le cose: le infrastrutture, soprattutto, viarie (la bretella Reno-Setta, in primis), il ridimensionamento del parco di MonteSole (i vincoli e la gestione avrebbero bloccato l’iniziativa privata e favorito la crescita degli ungulati), gli insediamenti industriali (come se fosse la politica a far scappare “Arcotronics e, speriamo di no, Saeco). Sul turismo si balbettano cose insulse e si propongono “infrastrutture ricettive” (come se fosse questo il problema del mancato decollo turistico del territorio). E poi, c’è una lunga elencazione di problemi e di possibili risposte amministrative.
La destra (più o meno camuffata) dice che le cose andranno meglio (le stesse cose promesse da tutti) solo perchè loro sono più bravi e meno logorati dal potere che da 60 anni vede al governo locale sempre le stesse forze politiche. Il PD, invece, si affida alla continuità e alla necessaria transizione che, grazie alla contiguità politica in regione e provincia, realizzerà nuovi grandi risultati nella crescita civile, economica, sociale, ecc.
Poi, c’è, a Vergato, la lista di indipendenti del “cinghiale etrusco”, che rappresenta, effettivamente, una novità fuori dai partiti, ma che, sul piano dei contenuti, ripete pedessiquamente il leit motiv della crescita urbana. In questo caso, le cose andranno meglio, perchè hanno un candidato sindaco talmente bravo “che più meglio non si può” (scusatemi l’errore, ma ho sempre avuto una idiosincrasia verso ogni culto della personalità e, in questo caso, la cosa mi sembra infantile ed imbarazzante al di là di ogni buona fede possibile: non li voterei solo per questa visione messianica che hanno del loro “Capo”).
E poi ci siamo noi. Credo che la comunità vergatese, così come quella di Grizzana, ci dovrà ringraziare per la nostra presenza. Siamo gli unici che abbiamo fatto uno sforzo di leggere le nostre società nelle loro paure e difficoltà di fase e siamo gli unici che abbiamo fatto uno sforzo per indicare una strada possibile per uscire “tutti insieme e non dimenticando nessuno indietro” da queste difficoltà, verso un futuro fatto di sobrietà negli stili di vita, fatto, cioè, di meno consumismo, maggior rispetto per la natura e di tante relazioni umane. Meno cose e più amicizia tra le persone sono la nostra piccola ricetta. Che c’entra la politica con questo? Io, da militante comunista, critico e mai dogmatico, ho sempre pensato che la politica non si dovesse occupare della felicità degli uomini (quando l’ha fatto, si sono creati dei “paradisi terrestri” da incubo). E continuo a pensarla così. La libertà, per me, deve essere alla base di ogni regola di convivenza umana. Ma le politiche pubbliche, soprattutto quelle che possono essere pensate e portate avanti nel piccolo, possono, oggi, aiutarci a “sperimentare forme di economia e di socialità nuove”, partendo dalla semplice consapevolezza che le persone da sole, oggi, rischiano di non farcela e c’è bisogno di darsi tutti una mano per affrontare le difficoltà della vita (l’impoverimento materiale, così come quello spirituale).
Noi parliamo di economia sociale, parliamo di rifiuti, di energia, di agricoltura che deve rinascere attorno ad un interesse che deve partire da una nuova generazione di aspiranti agrocoltori, di turismo, cultura, di mobilità dolce, di solidarietà con chi è in difficoltà: tanti tasselli per un progetto collettivo che lasci spazio all’individualità di ognuno e che, sulla base, di una nuova identità comunitaria che parta dalla condivisone di luoghi e di interessi, ci faccia vivere tutti meglio ed in armonia con l’ambiente che ci ospita.
Stiamo cercando di fare alcuni incontri per approfondire queste questioni.
Lunedì 25 abbiamo parlato di borghi collinari, di co-housing, di eco-villaggi, di agricoltura. La domanda, molto pratica, alla quale abbiamo cercato di rispondere è stata: un comune può fare la differenza? noi pensiamo di si. Un comune attento a mobilitare e favorire l’inserimento di giovani famiglie che abbiano voglia di provare un’esistenza diversa.
Si sono analizzati alcuni casi concreti e a noi vicini (Monzuno). Sono venute fuori molte suggestioni e, elezioni o meno, varrà la pena provare a portare avanti e realizzare alcuni progetti di questa natura.
Martedì 26, invece, a Vergato in Galleria 1° Maggio, abbiamo discusso di rifiuti. Anche in questo caso, due assessori della nostra provincia (Sasso Marconi e Monte S. Pietro) ci hanno raccontato di cose straordinarie che amministrazioni coese, determinate e “virtuose” possono portare avanti e realizzare. Il Porta a Porta nella raccolta differenziata è qualcosa che è capace di ribaltare una situazione non più sostenibile nella produzione e nella gestione dei rifiuti.
Gabriele Bollini, invece, della rete ecologista bolognese, ha fatto un’analisi spietata di Hera e delle multiutility. Abbiamo costruito dei mostri e i cittadini, con la privatizzazione di queste vecchie municipalizzate, hanno perso “strutture fondamentali” per gestire servizi fondamentali alla vita delle loro comunità. Esse, ormai, gestiscono questi servizi nell’interesse dei loro azionisti e, nel caso dei rifiuti, non sono interessati nè alla loro riduzione, nè al riuso e riciclo dei materiali, gestendo un inceneritore come quello di Bologna.
Nell’esperienza dei due comuni rappresentati, c’era, in effetti, anche la difficoltà a realizzare un progetto, quando il gestore (Hera) non ne condivide le finalità. C’è, evidentemente la necessità di ripensare queste provatizzazioni, per avere una politica in grado di governare i processi e avere gli strumenti operativi per portare avanti i suoi progetti.
I cittadini di Sasso e di Monte S.Pietro (ma anche Crespellano e Monteveglio) si sono affezionati al porta a porta (80% di gradimento) e non torneranno volentieri indietro al vecchio sistema. Ecco, avere delle persone in carne ed ossa che testimoniano la possibilità concreta di fare delle cose, “le buone pratiche”, è la migliore propaganda alle nostre proposte: semplicemente, ci sono moltissime cose che si possono fare per fare del nostro comune un comune sostenibile e altri le stanno già facendo, mentre “i nostri” sono attardati in vecchie analisi e, soprattutto, portano avanti il vecchiume di sempre.
Sul problema dei rifiuti, noi nella valle del Reno abbiamo qualche problema in più: c’è il COSEA, che potrebbe fare la differenza positiva, ma che i partiti controllano e che Hera vorrebbe annettersi. E’ venuto fuori che avere due candidati PD a Grizzana e Vergato dipendenti di Hera non aiuterà a gestire in maniera innovativa il problema di rifiuti ( e questo senza mettere sotto accusa nessuno, ma Hera è interessata a fare lobbying, anche scorretta, nei confronti del personale politico che può assecondare o meno i suoi appetiti).
Sabato 30, sempre presso la galleria Primo Maggio alle ore 17.00 ragioneremo di Urbanistica e qualità della vita nel nostro territorio. Studieremo quanto accaduto a Vergato. Un gruppo di nostre candidate presenteranno un progetto per immaginare una Vergato diversa e più attenta ai bisogni dei cittadini (a partire dai bambini) e meno subalterna agli interessi dei costruttori. Esse ne discuteranno con alcuni amici “esperti” di queste cose e che ci aiuteranno a fare una riflessione comune su come è stato gestito il territorio e su cosa dovremo cambiare in futuro.
Mercoledì 3 giugno, invece, parleremo di energia. Anche in questo caso, cercheremo di dare l’idea molto concreta di ciò che si potrebbe fare (e che tanti piccoli comuni fanno da parecchi anni) e che, purtroppo, da noi, semplicemente non si fa: per pigrizia? per ignoranza? per interessi? dovremo capirlo, anche per correggere questi atteggiamenti, al governo o all’opposizione, questo non avrà importanza.
In queste settimane abbiamo, come vedete, fatto tanti piccoli miracoli: è stao un miracolo, decidere di candidarsi, è stato un miracolo esserci riusciti, è stato un miracolo aver fatto una discreta opera di diffusione delle nostre idee, tanto che ormai in giro si sa della nostra presenza e della nostra proposta (salvo qualche buco, siamo arrivati un po’ dappertutto). In questa decina di giorni dovremo fare un altro piccolo miracolo: convincere della bontà delle nostre proposte la maggior parte possibile di persone e convincerle dell’utilità di votarci.
Il voto per noi non farà vincere la destra, nè impedirà il cambiamento tanto auspicato dalla destra e che oggi sembra loro possibile. Il voto per noi, semplicemente permetterà di rendere più forte l’unica proposta di cambiamento vera presente in campo. Questa è il gioco della democrazia e ogni appello al voto utile è uno schifoso attentato alla libertà di voto degli elettori.
Ma vorrei invitarvi a tenere presente anche un ultimo aspetto. Noi siamo gli unici che stiamo facendo questa operazione in maniera dl tutto disinteressata e vi inviterei a rileggervi il nostro decalogo per i nostri candidati che troverete nell’ultima pagina del nostro programma amministrativo. Mentre gli altri hanno solo costituito dei “comitati elettorali” attorno a delle persone (e i partiti sono ormai solo questo), noi abbiamo, in tutta tranquillità, deciso i nostri candidati a sindaco, solo l’ultimo giorno utile e dopo aver registrato che tutti avremmo potuto farlo, ma che quasi tutti non volevano farlo. E questo perchè crediamo nella democrazia partecipativa e nella non delega. Non vogliamo salvatori della patria e io e Cesare saremo solo dei portavoce di un gruppo, di un progetto, di Altro Appennino. Se le cose andranno diversamente, se non riusciremo a rimanere in piedi come gruppo, se non ce la faremo a stimolare la partecipazione dei cittadini, il nostro progetto avrà perso, anche se i miei sforzi e quelli di Cesare saranno i più generosi.
Ciò non toglie, ovviamente, che le nostre personalità sono a disposizione del progetto e non saremo meno bravi di altri a interpretare un ruolo difficle quale quello di sindaco, pieno di poetri eccessivi, ma in un quadro di debolezza della politica che spesso rende un sindaco ostaggio dei poteri forti (Hera e compagnia bella).
Con noi, Hera aspetterà il suo turno fuori dalla porta ed entrerà dopo i cittadini, come è giusto che sia.
Chiudo questo lungo sproloquio, invitandovi a fare tutti insieme un ultimo sforzo: proviamo a diffondere le nostre proposte e proviamo a far vincere il nostro progetto. Riuscite ad immaginare quale rivoluzione sarebbe per le nostre comunità avere delle amministrazioni a marchio” Altro Appennino”?
Ebbene, dopo tanti miracoli, ce ne potrebbe essere anche un ultimo.
p.s. dimenticavo di dire che io non credo ai miracoli. Quindi, diamoci una mossa!
Avevamo chiesto agli altri candidati sindaci di fare dei confronti pubblici in piazza. Non ci hanno neanche risposto.
Paolo Giuffrida
(stazione edilizia di Vergato)

venerdì 22 maggio 2009

Noi non ci lasciamo intrappolare in una Bretella!

Sulla bretella Reno-Setta si stanno riproponendo su scala locale le stesse parole d’ordine che i politici e i mass media hanno utilizzato per la TAV in Val di Susa. Si parla, senza senso del ridicolo, di “morte per marginalizzazione progressiva” se non la si farà, e questo mentre il territorio appenninico soffre di una crisi di occupazione senza precedenti che nulla ha a che vedere con una (del tutto inventata) mancanza di infrastrutture – anzi che ha piuttosto radici nelle delocalizzazioni e nell’eccesso di mobilità delle merci. La bretella non salverà il nostro territorio come vogliono far credere PD-PDL e fiancheggiatori, ma ne aggraverà i punti di crisi.
Val di Reno: Sei anni (previsti) di lavori (tra Vergato e Carbona) congestioneranno la viabilità ordinaria in modo insostenibile. Quelli saranno davvero anni di isolamento! Ma il problema più grave è un altro: col numero di abitanti di oggi (50.000 residenti nelle due valli considerati potenzialmente interessati all’opera) si stima un transito sulla bretella di 6.600 veicoli al giorno; per realizzare l’opera facendone accollare una parte dei costi a privati è necessario arrivare nel corso dei 50 anni successivi al transito di 63.000 veicoli/giorno. Di quanti abitanti abbiamo bisogno per generare dieci volte tanto di traffico? Questa bretella è prima di tutto un cavallo di Troia per una cementificazione dell’Appennino spaventosamente insostenibile.
Grizzana-crinale: Basta andare nel Mugello e trovare intere montagne disseccate dalle gallerie della TAV: le falde precipitano in profondità. Grizzana, il cui sindaco attuale è stato è uno dei più entusiasti sostenitori della bretella (ma gli altri attuali candidati sindaci vogliono anch’eesi l’opera), ritiene di aver vocazione turistica. Che turismo pensa di richiamare? Gli spettatori di una catastrofe ambientale? E non dimentichiamo che TAV e Variante di Valico hanno avuto molti più soldi per limitare o compensare i danni di quanti mai ne avrà una bretellina sogno di politicanti locali: che potrà mai succedere qui? Dicono che l’opera ha valore ambientale perché verranno filtrati i gas di scarico emessi in galleria - ci mancherebbe che non li filtrassero! Ma come può avere valenza ambientale se prevede un aumento di 10 volte tanto dei transiti automobilistici? E come smaltiranno i materiali di scavo delle gallerie?
Val di Setta: la Val di Setta è già attraversata per il lungo da Direttissima, Autosole e Variante di valico. Il carico di grandi opere che deve sostenere è spaventoso; Pian di Setta è una frazione inserita in un cantiere, la Puzzola e le zone limitrofe saranno, con un altro svincolo, un isola tra le autostrade. Oppure, nell’altra ipotesi proposta dallo studio approvato, un viadotto supererà il Setta e la SP 325 per innestarsi al casello “storico” dell’Autosole – sovrastando l’abitato di Rioveggio. Il torrente Setta, uno dei posti più belli che abbiamo avuto e già ora irreversibilimente sfregiato, sarà un rivolo tra piloni di cemento. Così si sacrifica l’economia possibile (il turismo per primo) all’economia sognata dei 63.000 transiti di veicoli al giorno.
La bretella vista dal treno: Per l’opera è prevista un’integrazione pubblica al pedaggio (pagato dall’utente) di 0.38-0.60 euro al Km, versata dagli enti Provincia e Regione (che daranno comunque anche un contributo iniziale); lo studio approvato ipotizza che in caso di traffico crescente il contributo pubblico diminuirà (e in caso di traffico calante? A questa domanda che risposta danno i sostenitori?). Provincia e Regione sono gli stessi enti che dovrebbero rendere funzionante e competitivo il trasporto pubblico. Con che convinzione lo faranno, se sono intrappolati in un meccanismo grazie al quale hanno convenienza di bilancio a farci usare di più la macchina? Utenti del treno, questa bretella è anche contro di voi.
La bretella vista attraverso il parabrezza: chi vuole gettare fondi pubblici in quest’opera ha visto lo stato delle nostre strade, e in particolare delle Provinciali? Le frane si accumulano in modo devastante e costosissimo per il ripristino. Che giri tortuosi dovremo fare per giungere alla bretella, se la viabilità locale è così spesso inagibile? Automobilisti, siete sicuri che questa bretella sia un regalo per voi?
Dite no allo scempio ambientale e allo spreco di risorse per la Bretella! Votate i soli che dicono no a quest’opera e non sono alleati di nessuno che la sostenga!
Dite no ai venditori di sogni, interrogatevi su quanto benessere sta portando la Variante di valico e a come è peggiorata la qualità della vita degli abitanti di Pian di Setta. Qualcuno ironizza sui “lavori in corso”, ma con un nuovo cantiere della natura della bretella Reno-Setta, questi lavori diventeranno un ”incubo senza fine”; spiegatelo a chi ha governato male, ma si assolve sempre, e spiegatelo a chi vuol voltar pagina, per farvi vedere lo stesso film di sempre fatto di opere inutili, costose e che rovinano la salute e la vita delle persone.
Altro Appennino

(immagine: Pian di Setta come dépendance del sistema viario)

mercoledì 20 maggio 2009

Libertà di stampa in Italia, l’allarme dei giornalisti italiani

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Vorrei ricollegarmi a quanto scritto da Cesare Zecca, in particolare all’episodio “I comunisti, avete visto che disastro che hanno fatto, Chernobyl, io ora voterò B…….”
Non entro nel merito della questione, probabilmente questo signore, obnubilato dal grande fratello, da tette e culi generosamente offerti dal circo barnum della partitocrazia, trampolieri e trapezisti, clown bislacchi, tendoni rappezzati, impegnati in un misero e decadente ultimo spettacolo, pensa che il suo voto di protesta sia un dispettuccio, innocente, uno scherzo, seguito da un’ilarità generale, uno spritz e di nuovo tutti a casa.
Prima che la mega-tv al plasma imperasse nelle nostre case, quando ancora si usava chiacchierare, durante la cena, quando il nipotino innocente ed occhialuto, gran secchione a scuola, con fare amorevole e sguardo illuminato, rispondeva al nonno : “Aho’ Nonno, c…o stai a dì?”
e gli spiegava che Chernobyl in Italia esiste già, si chiama Acerra ( vedi link ), e che le centrali nucleari che vogliono costruire, solo in Italia tra l’altro, fanno parte del solito business ( vedi link ) ed il tutto, mescolato in un gran insalatone, infarcito di incostituzionalità tra l’altro, dato in pasto ai vegetali dello zapping nostrano per convincerli della bontà delle loro follie.
Credo che i comuni dovrebbero dotarsi di un sistema informativo che permetta a tutti di conoscere la folle realtà italiana, dai conflitti di interesse ai festini di mister b,
oltre a quello che succede all’interno dei consigli comunali, ovviamente
Riporto un articolo tratto da MicroMega
Mozione urgente sulle pressioni del governo italiano contro il giornalismo
Il Meetign annuale della Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ), che si tiene a Varna, in Bulgaria, dal 15 al 17 maggio 2009
considerando recenti rapporti sulla libertà d’informazione in Europa
esprime preoccupazione per i continui attacchi del governo italiano all’autonomia dei giornalisti. Negli ultimi giorni il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha rigettato le domande connesse all’impatto del suo divorzio sulla gestione della cosa pubblica, accusando un giornale ed il suo editore di “invidia e odio”. In questi stessi giorni, il servizio radiotelevisivo pubblico sta per nominare i nuovi direttori di testate e reti, ed il governo sta esercitando un’influenza esorbitante: il tema è stato esaminato dai leader politici della maggioranza nella residenza privata di Berlusconi, che è anche il proprietario della televisione privata in competizione con il servizio pubblico;
riafferma che il conflitto d’interesse è una seria e pericolosa limitazione all’indipendenza del giornalismo;
sostiene il sindacato italiano nella sua lotta contro questa indebita concentrazione di potere politico e mediatico.

(approvata all’unanimità)
Queste mozioni sono anche il frutto del prezioso lavoro svolto dal presidente e dal segretario della Fnsi, Roberto Natale e Franco Siddi.
Nelle stesso ore, in Italia, il presidente imperatore si scagliava invece contro i media ritenuti resposabili, in combutta con le opposizioni, di aver diffuso i germi della crisi economica e sociale che sta travagliando anche l’Italia. Sembra solo una frase demenziale, in realtà è il preannuncio del colpo di mano che i berlusconiani stanno preparando per mettere sotto controllo tutta la Rai ed espellere dal video chi ancora si ostina a raccontare la realtà e fare le domande.
Tra qualche giorno le mozioni e i documenti non basteranno più, bisognerà cominciare a pensare a qualcosa di più eclatante e di più clamoroso per impedire il definitivo svuotamento dell’Art21 della Costituzione. Se e quando, per esempio, il governo dovesse decidere di porre la fiducia sulla legge bavaglio a proposito di intercettazioni sarà davvero il caso di promuovere una grande campagna a favore della obiezione di coscienza contro una legge che si propone di eliminare il diritto di cronaca. In quel momento ciascuno di noi dovrà schierarsi e non dovranno essere consentite distrazioni, omissioni, fughe dal proprio dovere politico, civile, profesionale. (Giuseppe Giulietti)

Massimiliano Chirico

martedì 19 maggio 2009

gio 21 - sab 30

giovedì 21, ore 17, Vergato, banchetto, piazzetta Matteotti
sabato 23, ore 10, Pioppe di Salvaro, parcheggio nei pressi della stazione (via Pioppe) presentazione programma e lista
sabato 23, ore 15:30, Vergato, banchetto, galleria Primo Maggio (davanti alla Coop)
lunedì 25, ore 9 - 13, Vergato, banchetto al mercato - piazza IV Novembre
lunedì 25, ore 20:30, Campolo, presso la trattoria Campolo, incontro conviviale per discutere delle esperienze di eco-villaggi e co-housing
martedì 26, ore 18:45, Vergato, galleria Primo Maggio, (davanti alla Coop), incontro-dibattito su gestione dei rifiuti: “Altre materie: dai non sense e multiutility all’eccellenza nella gestione dei rifiuti

venerdì 29, ore 20:30, Riola, sala civica (via Nazionale, accanto alla lavanderia, quasi di fronte alla stazione) annullato per indisponibilità del locale

sabato 30, ore 17:00, Vergato - galleria Primo Maggio, incontro-dibattito sull’urbanistica

Pedalo, penso ed esisto

  • La rivoluzione si fa andando in bici
    Massimo Bellini
La mobilità di fondovalle è in crisi. Crescita spropositata dei centri abitati, sprawl, insomma, fatevi un giretto in auto la mattina, cercando di oltrepassare Casalecchio e capite del delirio sadico di cui parliamo.
Localmente? La creazione di stazioni anche presso il negozio della zia Emma (Marzabotto, con 3 stazioni, quasi 4 se consideriamo quella di Pioppe di Salvaro ha più stazioni di Modena, Brescia, Ravenna, … ) è stata la stura per ulteriori crescite immobiliari (il PTCP prevedeva che  espansione edilizia avvenisse solo lungo direttrici ferroviare, a distanza fissata dalle stazioni esistenti. Cosa hanno fatto? Ecco un tot di nuove stazioni, la stura edilizia assicurata, fatta la legge, trovato l’inganno).
Il risultato di questo consumo scellerato di territorio è il mostro Pioppe, il mostro Silla, il mostro Borgonuovo,  etc.,  il treno che si lumachizza anno dopo anno sempre più, altre espansioni a Pian di Setta (stazione dalla quale i treni in fermata sono quasi spariti). Ciò che è paradigmatico della pessima antiurbanistica che ha caratterizzato questi territori in lustri di malaministrazione PD (ormai ci vorrebbero 5 nomi, insomma, quelli lì) è proprio Pian di Venola, un tumore cresciuto virulentemente proprio in seguito alla realizzazione della 3a stazione di Marzabotto.
La mobilità di fondovalle a breve distanza, ottimamente compatibile con l’andamento planimetrico, deve essere  garantita anche da piste ciclabili, non da altre stazioni parcheggi lottizzazioni ehm, riqualificazioni.
Ad esempio,  a Vergato, se questi qui avessero pensato che il tumore che hanno favorito in tutti modi, avrebbe richiesto di muoversi ed andare in stazione a piedi o in bici, avrebbero costruito i marciapiedi e qualche pista ciclabile. Ora, Vauban la città che ha fatto a meno delle automobili, non è su Marte o Venere, è a poche centinaia di km da noi, con persone in carne ed ossa come noi. Qui i vari Focci, Testoni, Sassi, hanno in mente di fare il buco Reno-Setta.
Ecco, capite che siamo al delirio completo. (danno comune e afflusso di   euri in portafogli già obesi di cavatori, immobiliaristi, proprietari di lottizzazioni, costruttori).
La mobilità nei centri e tra centri di fondovalle deve essere a misura di uomo e ciò avviene a piedi e in bicicletta, su marciapiedi e piste ciclabili.
Si risparmia anche in farmaci, in palestra e consulenze per diete dimagranti, dal benzinaio, si sta molto bene, a volte si fischietta o si canticchia qualcosa, pedalando sulle rive del Setta o del Reno.
Cesare Zecca
Bicicletta
(immagine: Roby Ferrari)

lunedì 18 maggio 2009

Teatrino dell’assurdo

Sabato, in capoluogo, a Grizzana, al banchetto, un imprenditore si lamenta
Ci sono troppe strade, ungulati… c’è il problema dei bisonti [TIR, NdCZ]… sì sì, troppe strade. Troppe strade, dobbiamo farla, la bretella (strada Reno-Setta in galleria). Vogliamo impedire, di fatto, che alcune persone possano conoscere la bellezza dei luoghi di crinale evitando di facendole passare per esso e tenendole a debita a distanza. Si chiama isolare Grizzana, questo, è seccare Grizzana.
Domenica, a pranzo in quel di Veggio, con Claudio Rondelli, un signore si lamenta di quanto successo a Chernobyl.  I comunisti, avete visto che disastro che hanno fatto, Chernobyl, io ora voterò Berlusconi… (il signore di Arcore propone l’apertura di nuove centrali nucleari, probabile che le radiazioni nostrane siano molto migliori e facciano bene).
Ora, Altro Appennino non può certo soddisfare le richieste di questi paesani che si lamentano e mugugnano di una cosa e propongono di curarla con la stessa cosa.
Non ci sentiamo di poter accogliere le richeste di chi si lamenta dell’ultima esplosione, portando ancora le ferite e le ustioni, seduto a fumare sopra un cumulo di candelotti di dinamite.
I problemi sono complessi e se non si accende anche la mente e la si fa funzionare, capire, dai sintomi, le cause e curare esse, si farà peggio.
Ieri pomeriggio, a Pian di Setta, in una cordiale presentazione reciproca con Graziella Leoni, sento affermare: sì, abbiamo sbagliato, Pioppe di Salvaro è in effetti un mostro, abbiamo provato a renderlo migliore.
Ora ci espanderemo a Grizzana crinale, tenendo contro della sostenibilità.

Chiedo:  ma, il lavoro? Volete condannare altre persone al pendolarismo?
Mi rispondono: 45′ (??) di pendolarismo non sono un problema.
Faccio notare che una volta esistevano gli insediamente produttivi e lavoro POI  arrivavano le abitazioni delle maestranze.
Chiedo loro: perché non si pensa prima al lavoro e poi ad insediare persone che abbiano quella possibilità di lavoro?
Silenzio.
A proposito di Sagra della Cipolla, tenuta ieri a Pian di Setta.
Valerio Pezzoli, chiede: con quali cipolle?
Più teatrino per tutti.
Cesare Zecca

domenica 17 maggio 2009

ven 19 giu, h 20:30, Grizzana

Prima riunione del Consiglio comunale di venerdì 19 giugno, ore 20:30, municipio di Grizzana
  1. Esame degli eletti alla carica di Sindaco e di Consigliere comunale e delle condizioni di eleggibililtà e di incompatibilità di essi (art. 40 e 41 D.Lgs. 267/2000)
  2. Giuramento del Sindaco
  3. Comunicazioni del Sindaco sulla nomina degli Assessori e del Vice Sindaco ed ulteriori adempimenti
  4. Elezione della Commissione Elettorale comunale (art. 41 D.Lgs 267/2000)
  5. Statuto comunale: modifiche ed integrazioni

venerdì 15 maggio 2009

ven 15, h 21, Pioppe d. S.: accesso universale all’acqua


venerdì 15, ore 21
al  Magazzino della socialità e cultura
stazione ferroviaria di Pioppe di Salvaro – 2° binario
l’associazione Il Campanile dei Ragazzi organizza una serata con l’associazione Geologi nel Mondo sul tema:
Per l’accesso universale all’acqua - Le guerre dell’acqua sono già una realtà
Proiezione del film-documentario Agua mi sangre di Jaroslava Colajacomo sul Forum Mondiale dell’Acqua di Città del Messico – 2006 voci, resistenze e alternative al Forum mondiale dell’acqua
Introduzione e commento di Marco Aleotti

giovedì 14 maggio 2009

Cartariciclata: cus’el sto bagai?



Uno dei punti del programma di Altro Appennino concerne la gestione dei rifiuti. E' necessario cambiare radicalmente la scellerata gestione lineare della materia (si può essere così stupidi? sì, si può) delle materia iniziando ad invertire la rotta per riportarla verso una gestione circolare.
Molto vicino a noi, i comuni di Monte San Pietro e Sasso Marconi sono passati dalla panzana ridicola alla quale credono ormai solo i grulli, della raccolta indifferenziata con qualche povero pirla che si sbatte (a Grizzana Morandi, gli ultimi dati ufficiali, dicono che a furia di spingere e spingere, si è riusciti a cacare un 20,99% di raccolta differenziata, a livello di Cosea un po' meno peggio) alla raccolta porta a porta (a Sasso Marconi, nel 2008, 76,16% di raccolta di materie seconde, nessun aggravio per le casse comune, tariffe invariate, non è stata caricata neppure l'inflazione, creato lavoro, da 1 macchina monooperatore a 4 / 5 squadre di 1 o 2 persone).
L'approccio deve essere complessivo (5R), a partire dalla riduzione: alcuni di noi che partecipano a gaS Pioppe, hanno verificato la diminuzione drastica (direi pressoché completa) dei rifiuti (plastica in primis) dovuti ad imballaggio.

Nel senso e nella logica della gestione oculata della materia, in campagna elettorale stiamo cercando di utilizzare coerentemente carta riciclata.
Che fatica! Nel 95% dei casi gli stampatori e fotocopiatori NON usano carta riciclata, la maggior parte delle cartolerie, non la vende neppure. Quando in vendita, arriva a costare anche il 180% in più rispetto alla carta bianca, nonostante che produrre carta riciclata impieghi 1/140 dell'acqua e 1/3 ca. di energia (qui). Sulle risme di carta nuova leggiamo la provenienza: Portogallo, Turchia... migliaia di km su TIR, compresi quelli che intasano la Porrettana e che hanno richiesto di scaravoltare definitivamente la val di Setta.
Nel frattempo le cartiere della valle del Reno che lavoravano carta riciclata hanno chiuso (a Lama di Reno) o sono in cassa integrazione (a Marzabotto) e un bel po' di famiglie affrontano il problema di come avere un lavoro.

Ciò è ovviamente un completo non-sense che moltiplica diseconomia, traffico, incidenti, rifiuti, disoccupazione, spreco di acqua, inquinamento.
Altro Appennino propone una filiera circolare di gestione della materia, a rifiuti zero. E' una impresa non semplice, bisogna riportare

  • logica

  • semplicità complessiva

  • efficienza

  • sostenibilità

  • risparmio


in tutto, dal cambiare il gusto per la cartaimmacolata, alla cartoleria di paese, a cambiare il mercato impazzito che fa pagare molto di più ciò che dovrebbe costare molto meno.
Per il momento recuperiamo risme di A4 in carta riciclata quando le troviamo, ai costi ai quali le troviamo.

Cesare Zecca

mercoledì 13 maggio 2009

ven 15, sab 16, dom 17



venerdì 15, ore 9 - 13, banchetto al mercato di Riola
sabato 16, ore 10 - 12, Grizzana capoluogo, davanti al municipio

sabato 16, ore 17 - 20, a Vergato, davanti al palazzo comunale
domenica 17, ore 9 - 13, al mercato di Tolè
domenica 17, ore 16 - 19, alla sagra della cipolla di Pian di Setta

Diario di viaggio

Diario Di viaggio

L'altra mattina, al banchetto di Vergato, stavo tentando, con molte difficoltà, di spiegare la differenza che intercorre, in termini di senso civico, fra il nostro paese ed il resto dell'europa. I miei interlocutori appartenevano al gruppo della Focci tranne un ragazzo in bici che, intendendosi ad occhio col resto del gruppazzo cercava di contrastare le mie ampie e documentate argomentazioni senza che io avessi il tempo di finire le frasi.

Cercavo di spiegare che negli altri paesi europei i barboni, come li intendiamo noi, quasi non esistono. Cercavo di spiegare che la parola inglese Homeless o il francese Clochard, usata da loro al posto di barbone, impone un'altra interpretazione.

Homeless letteralmente significa senza casa, cioè una persona che per problemi mentali, psichici o semplicemente per scelta decide o è costretto a vagabondare.

Non mi è mai successo che un homeless in Inghilterra mi abbia mai chiesto l'elemosina, e neanche in Germania, in Irlanda etc.

Non l'avessi mai detto............. il ragazzotto è montato sù e con saccenza mi ha detto:

Ha!, vuoi dire che nel resto dell'Europa non esistono i barboni?

Ed io di rimando: Non nell'accezzione comune del termine barbone, noi lo usiamo come : persona che vive di espedienti.......vivere d'espedienti, di ripieghi, arrangiandosi. Chiedendo l'elemosina? rubando?

Noi li consideriamo mendicanti, loro li considerano bisognosi.

Mi ha risposto ( prima che finissi la mia frase ): Non è vero, io da poco sono stato ad Amsterdam.............Amsterdam?.................il più grosso crocevia di tossici del mondo?....... dove per incontrare un olandese devi camminare per 2 giorni e 2 notti?......... dove si andava da ragazzi a farsi i cannoni?............ gustandosi il momento in cui lo sbirro olandese ti guardava senza arrestarti?.......... forse sarebbe il caso di riformare la scuola e la società in maniera tale che i nostri figli possano trascorrere un mese l'anno in un paese europeo sino al conseguimento del diploma, forse la loro visione della vita si aprirebbe un pò.

E non ci manderei solo i figli, ma anche i padri.

In preda ad una delusione enorme, e ripensando alle mie care valigie che mi aspettavano a casa come ultimo baluardo di salvezza, li ho mandati letteralmente a cagare......... non c'è miglior sordo di chi non vuol sentire.

Ho deciso di postare un diario del mio ultimo viaggio di lavoro in Inghilterra, traetene voi le conclusioni:

Cambridge-Londra, 6 maggio 2009. Mi trovavo ad attraversare il centro città.…. mi dirigevo, con a fianco mia moglie, di nazionalità inglese, verso un locale “in” della città che ospita, dopo Oxford, la più famosa università d’inghilterra, dove da lì a qualche ora avrei dovuto tenere un concerto con altri tre musicisti inglesi.

Splendida situazione.…… belle vie, bei colori, parchi molto curati, pulizia dappertutto, gente molto sorridente in giro, tutti molto gentili, strade perfette, neanche una piccola irregolarità nel manto stradale...oops manco detto.….intravedo un qualcosa che sembra un piccolo buco, circa 30 cm per 2 cm di profondità in una piccola strada privata, che curvando a sinistra portava, attraverso un vialetto alberato, ad un gruppo di case basse stile “old english” ed abitato principalmente da studenti essendo adiacente all’università. A fianco di questo orrido buco, che risaltava come una macchia di caffè su una camicia bianca per ovvi motivi vista la palese ricerca della perfezione nel resto della via, una macchina elettrica di servizio del “district council”, equiparabile al nostro comune, che ricordava qualcosa che stava a metà fra un furgoncino ed una di quelle macchine elettriche che usano per pulire le strade delle nostre città.……, a fianco due operai con indosso l’appariscente classica divisa degli operatori stradali, calzavano degli scarponi appena lustrati, quasi a dover partecipare ad un ricevimento, mancava solo la cravatta.……. immaginate il mio stupore.

Mi fermo, e molto gentilmente chiedo di sapere chi è che paga il lavoro di sistemazione della strada e loro, un po’ stupiti, rispondono che la manutenzione la paga il district council e che loro erano a tutti gli effetti dipendenti comunali regolarmente stipendiati.

Riprendo il mio cammino su questo corso fiancheggiato da piccoli palazzi con giardino, parchi, piazze con alberi, piante, prati all’inglese, parcamente cementificata, giusto l’essenziale, in mezzo al verde stradine in terra battuta, e non terra riciclata dalla polverizzazione dei manufatti di cemento all’italiana.... e di conseguenza poca polvere, e potevi così gustarti un pallido sole accompagnato da una brezzolina quasi invernale che rinfrescandoti il viso ti ricordava che.……….…. che quasi quasi vorrei essere colonizzato dagli inglesi.……………





Immediatamente penso ad una Italy fatta di Sir, Lady, Charles prince of Wales, ‘nice one Mate!……… ??

Ubriaco di un’immaggine di una Italia dei tempi ottocenteschi raccontataci dai nostri avi, l’unica immagine che ho, del resto, essendo io calabrese.…...a buon intenditor parche parole.….., piena di parchi, strade e giardini riccamente orpellati, la mia attenzione viene catturata da un ricco uomo d’affari che, inginocchiato in terra nei pressi di un market senza minimamente curarsi del suo sicuramente prezioso abito, intento a soccorrere un “barbone” privo di sensi ma che reggeva ancora il guinzaglio al cui altro capo stava uno di quei cagnini carini, quelli bianchi e neri che si vedevano nelle pubblicità tempo addietro.…….. una busta della spesa lasciata cadere in terra descriveva chiaramente la gravità della situazione.

“Fratello? Mate? Stai bene??? Stai tranquillo, abbiamo già chiamato un’ambulanza” e altalenante, rivolto al cane, accarezzandolo con fare amorevole spendeva parole nel tentativo di confortarlo “Tranquillo caro, tutto bene, il tuo padrone si riprenderà”.

Ho osservato per alcuni minuti e con attenzione questa amara scena di vita quotidiana, quando i destini di due individui si incrociano senza tenere conto della loro estrazione sociale, perché in un paese civile non si tiene conto dell’estrazione sociale, i cittadini di un paese civile sono tutti uguali, fortunati o sfortunati si considerano tutti quanti concittadini, il “barbone” viene considerato come una persona bisognosa, alla stregua di un ammalato, e lo stato si prende cura di lui.

Ho notato la busta della spesa.……. la “persona bisognosa” era stata al market a far la spesa, ed uscendo aveva avuto un malore.………….. io non credo di aver mai visto un barbone in Italia far la spesa, di solito sono seduti fuori a chieder soldi.……… adesso che ci penso nei miei numerosi viaggi per l’Europa non mi è mai successo che qualcuno mi abbia chiesto del danaro per strada.…………….. il “bisognoso inglese” mi ha venduto però un giornale tipo Piazza Grande per 1 pound ed era quasi offeso quando volevo pagarlo 1.50 giusto per un aiuto.……….. mi ha risposto “Grazie, ma costa soltanto 1 pound”……. ho chiesto scusa, ho pagato la cifra richiesta e mestamente mi sono allontanato un po’ imbarazzato dall'italianità del mio comportamento.

Loro non accettano l’elemosina, lo stato, i comuni ed i cittadini stessi con le loro tasse si prendono cura di loro, ed il sistema è molto semplice.

A questo punto mi sono chiesto cosa volesse dire “paese civile”……. quando forse i cittadini sono uguali? che a tutti lo stato deve garantire il minimo indispensabile per condurre una vita dignitosa?……….. mi ha risposto una direttiva europea che allegherò ed è liberamente consultabile a questo link

ed un testo approvato dal Parlamento Europeo al link

ed uno ulteriore che allegherò risalente al marzo 2008.

In Europa esiste il reddito minimo di cittadinanza

In Gran Bretagna a partire dai 18 anni chi non ha un lavoro e non ha risparmi per più di 12.775 euro ha diritto all' Income-based Jobseeker's Allowance, a circa 300-350 euro mensili per un periodo di tempo illimitato. A questa cifra si devono aggiungere l'affitto dell'alloggio (Housing Benefit) e tutta una serie di assegni per i figli. In Francia, invece, per avere diritto al Revenu minimum d'insertion (Rmi) bisogna aver compiuto 25 anni (non si applica la condizione dei 25 anni per i disoccupati con figli). Il Rmi prevede (nel 2005) l’integrazione del reddito a 425,40 euro mensili per un disoccupato solo, che diventano 638,10 euro se in coppia (proprio così, laicamente: couple); 765, 72 se la coppia ha un figlio, 893,34 per due figli e 170, 16 euro in più per ogni altro figlio. Una coppia con tre figli arriva quindi ad avere più di 1.150 euro di Revenu minimum d'insertion. In Irlanda ogni disoccupato prende 200€ di benefit alla settimana,166€ a bambino a settimana per ogni famiglia indipendentemente dal reddito, -a questo punto un' irlandese cita l'esempio di amiche che usano questi soldi per il parrucchiere, le scarpe nuove, etc.- 30€ alla settimana a tutti solo in inverno come contributo per scaldare la casa, per i pensionati esistono i sistemi di integrazione della pensione come stabilito dalla comunità europea ( pari al 60% del reddito medio ), ricevono aiuti per le bollette, gli vengono pagati per intero i canoni delle bollette che li prevedono, come ad es. il telefono ma con il costo effettivo delle chiamate a carico del pensionato, trasporti pubblici completamente gratuiti, canone TV pagato................ follia pura, tessera sanitaria che permette di avere oltre che il medico e vari servizi correlati anche le medicine gratis, se non hai la tessera spendi 60€ per una semplice visita medica.

Della tessera ne usufruiscono anziani, disoccupati e mamme single.
Che benefici può apportare una politica sociale del genere?

La prima cosa sicuramente il rispetto dei cittadini per le istituzioni, seconda cosa.…….non so.……. i “barboni” non chiederanno più soldi per strada e verranno considerate per quel che sono, “persone bisognose”?, quindi rispetto fra i cittadini? è probabile!

Quello di cui abbiamo bisogno non è la manutenzione stradale fatta dalla ditta che ha vinto una gara d’appalto al ribasso, e che per sopravvivere deve usare materiali scadenti, sottopagare gli operai, e fare un lavoro sommario ed imperfetto.………. se questo accadesse in Inghilterra, e loro lo chiamano “Cutting Corners”, mi dicono i miei amici inglesi, susciterebbe uno scandalo senza pari.

Noi abbiamo bisogno di svegliare le coscienze dei cittadini con una politica non assistenzialista ma civile perché in uno stato civile, come recita la carta dei diritti dell’uomo tutti devono aver garantito un minimo sufficiente che garantisca loro un’esistenza dignitosa

cito un estratto del teso integrale U.E sulle politiche sociali:

Chiedendo un approccio organico per l'inclusione sociale, il Parlamento incoraggia gli Stati membri a prevedere un sistema di reddito minimo garantito corredato di un pacchetto di misure di supporto. Sollecita poi regimi previdenziali che motivino a cercare nuove opportunità di lavoro e la riduzione della pressione fiscale sui redditi medi. Auspicando l'eliminazione della povertà infantile e del fenomeno dei senzatetto, chiede di assicurare l’accesso a servizi di qualità.

Approvando con 540 voti favorevoli, 57 contrari e 32 astensioni la relazione di Gabriele ZIMMER (GUE/NGL, DE), il Parlamento saluta con favore l’approccio della Commissione all’inclusione sociale attiva, considerando che la finalità generale di tali politiche deve essere quella di dare attuazione ai diritti fondamentali per «permettere alla gente di vivere dignitosamente e di partecipare alla vita sociale e lavorativa». Rileva inoltre che le politiche di inclusione sociale attiva debbano esercitare un impatto decisivo sull'eliminazione della povertà e dell'esclusione sociale, sia per quanti hanno un'occupazione ("i lavoratori poveri") che per quanti non svolgono un'attività lavorativa remunerata.

I deputati ritengono che un approccio più organico all’inclusione sociale attiva debba fondarsi su una serie di principi comuni, tra i quali figurano un legame con mercati del lavoro inclusivi, un collegamento a un migliore accesso a servizi di qualità, il mainstreaming di genere, l'anti-discriminazione e la partecipazione attiva, nonché il sostegno al reddito. A quest'ultimo proposito, reputano opportuno che gli Stati membri, «nel rispetto dei principi di sussidiarietà e proporzionalità», definiscano i meccanismi di reddito garantito, i connessi benefici e l'assistenza sociale, che dovrebbero essere facilmente accessibili ed assicurare risorse sufficienti, corredati di un piano strategico per le politiche di inclusione sociale.

Garantire a tutti un reddito sufficiente che permetta di condurre una vita dignitosa

Il Parlamento, più in particolare, «incoraggia gli Stati membri a prevedere un meccanismo di reddito minimo garantito per l'inclusione sociale» e li esorta allo scambio di buone prassi. Riconosce, peraltro, che, laddove l'assistenza sociale è fornita, gli Stati membri «hanno il dovere di garantire che i cittadini comprendano quali siano i loro diritti e siano in grado di ottenerli». Si rammarica inoltre del fatto che taluni Stati membri «sembrino ignorare» la raccomandazione 92/441/CEE del Consiglio, che riconosce il "diritto fondamentale della persona a risorse e a prestazioni sufficienti per vivere conformemente alla dignità umana".[…]

Nostro dovere è innanzitutto fare rispettare queste direttive perché come sappiamo le leggi europee hanno la priorità rispetto alle leggi dei singoli stati.

Abbiamo il dovere di riportare le persone ad uno stato di coscienza che rispecchi le conquiste del nostro tempo, per uno che viaggia tanto come me tornare in Italia, passata l’euforia climatica, è un evento traumatico, sembra essere 50 anni indietro.

Dobbiamo riuscire a gestire l’economia ed i fondi dei comuni indirizzandola principalmente a questo tipo di politiche sociali, affinchè tutti i cittadini si possano riavvicinare fra loro.

Lo stato inglese paga il mantenimento del barbone (ma non gli paga l’alcol), e guarda un po’, il dizionario dice :

Barbone […] vagabondo senza dimora fissa né occupazione, che vive d’espedienti […]

quindi se non vive d’espedienti perché lo stato provvede al suo mantenimento non è più un barbone, e quindi solo un uomo malato, un disadattato, una povera persona sfortunata e bisognosa.….

Per gli anziani che non hanno una pensione adeguata è prevista non solo un’integrazione della pensione sino al raggiungimento del reddito minimo che credo, verificherò, sia fissato dall’U.E. al 60% del reddito medio dei cittadini, ma anche ulteriori aiuti a seconda delle varie esigenze.………. e non dimenticate che gli anziani di domani saremo noi.

I nostri figli a 30 anni sono ancora a casa dei genitori.…….. mia moglie è andata via di casa a 18 anni con gli aiuti statali( edit. Hanno probabilmente usato i soldi delle tasse del padre e della madre, credo sia diverso anche il concetto di tasse), ed è stata aiutata dallo stato a crearsi un suo spazio nel mondo del lavoro.

Mio cognato trentaduenne, inglese, laurea in lingue, con un incarico pari al suo grado di istruzione in una ditta di costruzioni, ha casa di proprietà con mutuo quasi interamente pagato.

L’ufficio di collocamento inglese, irlandese, tedesco etc. la prima cosa che ti chiede è che lavoro sai fare, cosa ti piacerebbe fare etc.

Si impegna a trovarti un lavoro adatto alle tue ambizioni, potenzialità, talenti.……….. i miei amici inglesi sono contenti perché tutti loro fanno un lavoro che rispecchia le loro capacità.….. è impensabile fare un lavoro che non ti appaga.

Se l’ufficio di collocamento ti offre lavori che non rispecchiano le tue direttive li puoi rifiutare senza perdere i sussidi del reddito minimo.

Non esistono le gare d’appalto al ribasso perché questo è “Cutting corners”.

Se vogliamo risolvere i nostri problemi è questo che va fatto.………… appena eletti un bel viaggetto prima in europa a vivere la loro civiltà sulla propria pelle, poi al parlamento europeo a chiedere udienze per studiare come affrontare il problema, e per chi ha dimestichezza con l’estero, nei paesi civili, i cittadini, tanto più se sono rappresentanti di altri cittadini sanno che hanno il diritto di essere ascoltati.

Dobbiamo avere un nostro ufficio di collocamento che svolga questo tipo di servizio.

Dobbiamo trovare le risorse necessarie per attuare questo tipo di politica sociale.

Io personalmente è per questo che mi batterò, e so con assoluta certezza che sono cose fattibili, e non mi presterò alle aste al ribasso, spingendo quindi i miei concittadini a delinquere per poter sopravvivere, questo da parte mia sarebbe un comportamento criminogeno ma da noi si usa nascondersi dietro “Ma funziona così”……… se lo stato delinque lo stato stesso lo deve fermare, ed un sindaco e dei consiglieri sono lo stato e possono e devono fermare tutto questo.……. in Italia si delinque per legge e tutto questo deve finire.……………… e dobbiamo farlo noi, è un obbligo morale, è un dovere di padre e di buon cittadino.

Dobbiamo educare i nostri figli al rispetto delle instituzioni, non c’è dubbio, ma prima di tutto dobbiamo educare le istituzioni a rispettare i cittadini.

Mi duole dire che questa è l’unica cosa che può salvare l’Italia e le sue tradizioni dal baratro di una sempre più probabile tragedia causata dal dilagare della povertà, cercando con la memoria la storia, con l’intento di migliorarla.

Invito tutti voi ad informarvi, a verificare documenti alla mano la veridicità delle mie parole, ed a sposare questa causa facendone la punta di diamante di tutta la nostra campagna elettorale che ovviamente, con questi argomenti ben spiegati, vinceremo, sempre che sia serrata, continua, ogni giorno, giorno dopo giorno.

E per coloro che pensano che questa cosa non si possa fare, dico solo che dobbiamo farla, non abbiamo scelta.

E una volta fatto questo, altri ci seguiranno e non dimentichiamo che le rivoluzioni le hanno originate piccoli gruppi di persone, come noi, con le idee chiare e le giuste motivazioni.

E noi le abbiamo, e la rivoluzione che dobbiamo fare è una rivoluzione culturale, pacifica che ci garantisca la possibilità di invecchiare dignitosamente.

Massimiliano Chirico

martedì 12 maggio 2009

Piscina e Arcotronics nel programma della lista Nuova Vergato

Non ho resistito alla tentazione di spulciare nel programma della lista Nuova Vergato. Di certo la chicca più gustosa è quella che riporto qui a proposito della crescita dei confini comunali per poter costruire ancora. Ma anche il detto e contraddetto sull'Arcotronics merita una certa attenzione, anche perché più concreto e allettante per eventuali interessi in campo. Cito dal programma Nuova Vergato, disponibile qui:


Un impegno che la nostra lista vuole assumersi con i cittadini è di garantire che in futuro l’area attualmente occupata da ARCOTRONICS mantenga una destinazione produttiva. Sembrano infatti confermate le voci che circolano da tempo sulla definitiva chiusura dello stabilimento nel 2010. Una destinazione all’uso residenziale, come avvenuto in passato con l’area ILM, oltre a non favorire lo sviluppo già in crisi del settore, provocherebbe un’inevitabile speculazione edilizia a vantaggio di pochi, con il conseguente ulteriore aumento demografico in un centro che si presenta 0già carente dei servizi minimi essenziali. Crediamo che questa volta non si debba sottovalutare il problema.


Poco oltre:


NUOVA VERGATO LA PISCINA LA VUOLE! [...] La prima ipotesi dovrebbe considerare l’area Arcotronics e far sorgere non il solito comparto residenziale fine a se stesso ma un piano urbano particolareggiato che preveda che gli oneri di urbanizzazione concorrano alla edificazione di una piscina ad uso pubblico contornata da bar ristorante albergo, strutture per l’accoglienza ma che anche devono sostenere la gestione della piscina pubblica, assegnata mediante una trasparente gara tra gestori del settore.


Nel giro di poche pagine prendono un impegno e lo smentiscono, a meno che un albergo un bar e delle non identificate strutture per l'accoglienza (?), che potranno occupare sì e no una dozzina di persone, possano essere considerate produttive. Per inciso, la verità che ritengo andrebbe detta ai cittadini vergatesi è che le passate amministrazioni non hanno sfruttato neppure il momento d'oro del mattone per farsi fare la piscina come onere per i grossi permessi edificatori. Forse non era neppure possibile: se ci fate caso quasi tutte le piscine che ci sono in giro sono degli anni settanta, periodo in cui il pubblico investiva senza remore o limiti di bilancio.


Che un albergo (settore in piena crisi in tutta Bologna, con gli albergatori che imprecano ogni volta che i Comuni ne consentono l'edificazione di uno nuovo) e un bar possano sostenere la costruzione di una piscina è pura fantasia. Non ci sarebbe niente di male (con tutto l'orrore che hanno costruito a Vergato sarebbe la prima cosa con un senso compiuto), ma non è che un sogno.


A meno che non si tratti di un segnale lanciato in aria. Perinde ac cadaver nei confronti dei desiderata dei costruttori: piscina o no, questo è quello che conta, probabilmente..


Wolf Bukowski



Stop al consumo di territorio
Campagna nazionale

Stop al Consumo di Territorio

lunedì 11 maggio 2009

Una mattina al mercato

Una mattina al mercato.
Il mercato è un luogo importante per un comprensorio. I paesani si incontravano, scambiavano qualche parola, c'era una comunità in piazza. Una volta al mercato avveniva lo scambio di merci, di prodotti locali, agricoli e artigianali.
Da questo punto di vista l'assenza al mercato di Vergato pressoché completa di produttori e prodotti locali è un sintomo preoccupante.
Manca il settore primario.
E' come se mancassero le fondamenta di un edificio.
Se non c'è il cacio di caprino prodotto a Riola, le uova di Montacuto, i conigli di Cereglio, gli zuccherini montanari di Grizzana, le mele di Tolè, è un gran brutto segno.
Perché se chiude un podere, chiude un pezzo di valle. La valle, poi, frana.
Il barbiere di Grizzana perderà un cliente e chiuderà. Il falegname che rifà gli stalli perde un cliente. Si importa, come diceva Paolo Prati, latte UHT dalla Lettonia, più traffico sulla Porrettana. Allora faranno la Porrettana a 4 corsie, a Casalecchio saranno ancora più arrabbiati per l'aumento del traffico, ma anche a Marzabotto e a Sibano e a Calvenzano...  Poi faranno in anche il collegamento Reno - Setta, si risparmieranno 5' per andare in val di Setta ma dopo qualche mesi si seccheranno le falde, come successo in Mugello, non ci sarà più acqua da bere, né per l'orto né e per gli animali  e l'azienda Lelli dovrà chiudere, diventa scomodo andare due volte al giorno alla presa a 3km di distanza, ma chi me lo fa fare per 35 centesimi al litro della Granarolo?

Una volta c'era il settore primario e Vergato era un'importante fiera cunicola. Una volta c'erano fondamenta robuste e vive.
Una volta.

Cesare Zecca

mestieri d'altri tempi


(immagine: argo_72)

domenica 10 maggio 2009

Inizia la campagna elettorale



Carissimi, oggi ci sono stati, dopo le ammissioni delle liste, i sorteggi per stabilire l'ordine delle liste sulle schede elettorali.
A Grizzana, la nostra lista sarà la prima, a Vergato, l'ultima (se dovesse essere il risultato finale, ci metterei la firma).
Le nostre liste sono state ammesse e saranno in competizione con due liste a Grizzana e tre a Vergato.
Credo sia un bene esserci anche a Vergato, ma il quadro è abbastanza complesso e merita qualche riflessione (di primo acchito, mi sentirei di dire che la lista Testoni è stata da noi sottovalutata, mentre quella della destra, sopravvalutata). Bisognerà capire bene quali sono gli spazi per una lista quale la nostra e quali le strategie comunicative da adottare (qualcosa mi dice che saremo il bersaglio preferito da parte di tutti).

Venerdì sera ci siamo trovati per ragionare sulla campagna elettorale e per decidere le cose da fare.
Provo a riassumere:

  • è bene che si costituiscano due gruppi di lavoro distinti con il compito di stilare gli interventi da realizzare nelle frazioni (volantinaggi, banchetti, attacchinaggi, incontri pubblici, ecc.);

  • questi due gruppi dovrebbero far riferimento ai due candidati sindaci;

  • sono state proposte 3 iniziative su temi specifici: 1) urbanistica/paesaggio (Paolo G. - Massimo B. - Wolf); rifiuti/energia/nuova economia (Cesare Z. - Pierpaolo; 3) ecovillaggi/cohousing (Valerio), da realizzare in piazze pubbliche;

  • si è deciso di provare a fare una festa a Vergato il 2 giugno (da stabilire chi ci lavorerà);

  • lunedì 11 banchetto al mercato di Vergato;

  • è stato deciso di realizzare i seguenti materiali pubblicitari: foglione, manifesto e volantino con l'elenco dei candidati e alcuni volantini su temi specifici ritenuti utili di volta in volta (pendolari, giovani, problemi infanzia, ecc.).


Lunedì sera ci si incontra per stabilire il programma definitivo delle cose che intendiamo fare.
La proposta è, ancora una volta, di trovarci a casa di Carla.

Per chi può, ci si vede lunedì mattina al banchetto, altrimenti, lunedì sera per l'incontro.

Un abbraccio

Paolo Giuffrida

lunedì 4 maggio 2009

Ma che pollaio!


  • Un appello dagli Usa: dopo l’orto biologico, anche un pollaio nel giardino della Casa Bianca
    (blogeko.it)


Tempo addietro discussi con una persona di Marzabotto che riteneva "indecente" che in mezzo all'abitato ci fossero case con tanto di pollame.
Ciò è da sempre nella cultura contadina italiana, renana e non solo (in ogni casa c'erano pollame, uno o più maiali (il maiale è l'animale con la più alta resa produttiva ed un riciclatore eccezionale), a volte dei bovini.

Ora i vicini si scandalizzano per il chiocciare o la presenza di tacchini o galline, per qualche  cacchetta qua e la (la pollina è uno dei concimi migliori) ma contemporaneamente passano con diletto ore nel traffico a mangiarsi particolato o nanopolveri o a riempirsi la casa di chimica detersiva e non solo teratogena e cancerogena e mangiano il pollo di plastica all'estrogeno e il maiale sintetico all'antibiotico a km_centinaia_se_non_migliaia.
Invece che all'odore di pollaio hanno il naso e la mente abituati all'Arbre Magique o altri profumi nocivi_ma_buonini.
Ma i polli no.
C'è da rifare una cultura della qualità del vivere, la sostenibilità e la qualità, il benessere del vivere sono, in primis, un fatto di testa, di coltura. Scusate, di cultura.

Cesare Zecca


(immagine: salvatore nicoletti)

domenica 3 maggio 2009

Il porcellino salva…



Grizzana e Vergato sono comuni con parte rilevante del loro territorio nella valle del Reno e condividono con altri comuni limitrofi i danni causati da 60 anni di antipolitica, di antiurbanistica e di ... antiagronomia. Altro Appennino ha fatto dell'agricoltura di qualità un punto cardine dei propri principi programmatici. Recenti sviluppi a Marzabotto (Luminasio) mi portano a queste considerazioni.

La questione dei porcelli di Luminasio è paradigmatica dei disastri compiuti in vari lustri dalla “visione” (!!) di questi amministratori predoni dello sviluppo (sviluppo, sì, quello del tumore edilizio e degli altri vari peggio disponibili sul mercato degli interessi particolari). Questa lunga catena di amministratori del PD (Partito Devastazioni, a Marzabotto ricordiamo De Maria responsabile dell'ecomostro di Pian di Venola, Masetti geniale ideatore della turbogas di Pian di Venola pro utilita' Dufenergy e partito, lasciamo perdere altri scempi locali e dei comuni limitrofi, ce ne sarebbero delle belle a raccontare le prodi imprese di Cardi, Focci, Sassi, etc. al servizio di Maccaferri, Poli, Simoni e altre baronie locali) hanno fatto da lacchè alle varie lobby edilizie, ai cavatori, a capannonari, ad immobiliari, proprietari terrieri-lotizzazzieri e palazzinari. L'agricoltura è stata ostacolata in molteplici modi, ad iniziare dallo sbrodolamento (tecnicamente sarebbe sprawl ma il termine nostrano rende meglio l'idea dello scempio antiurbanistico) di migliaia di abitazioni lungo la valle, riempite con persone che non hanno alcun senso e vissuto di campagna (sarebbe sufficiente ascoltare una paio di meditazioni laiche di Luigi Lombardi Vallauri sullo stravolgimento dei panorami olfattivi e sulle perversioni alle quali si è arrivati). La politica di antiurbanistica, la politica folle improntata alla peggiore insostenibilità, ovviamente, continua (a Lama di Reno sono previsti altri 130 appartamenti insieme alla centrale termolettrica). Questi pierini e pinocchi, compagni di merende tutti pappa e ciccia nello stesso partito, da decenni, quelli che scaricano sempre l'irresponsabilià sui sindaci precedenti, in realtà complici unanimi della stessa politica predatoria) te ne fanno una più del diavolo per peggiorare la vita nella valle del Reno, a principiare da sfasciare, da ostacolare, da massacrare ciò che da cibo, lavoro, vita e lo riproduce anno per anno, ma come è noto, non fanno i coperti e le magagne, prima o poi, saltano fuori, fosse solo per le migliaia di ettari di prezioso e scarso terreno agricolo sepolti da valanghe di villette mediocri e capannoni peggiori. Ora, un esperimento di eccellenza, che riporta agricoltura di qualità secondo criteri innovativi stabiliti a livello regionale, (piccoli allevamenti bio allo stato semibrado, dopo il fallimento della politica dei maialifici in grande) in un territorio tradizionalmente vocato, soccombe ai fini nasi dei residenti e alle menti scadenti di questi dipendenti che rispondono ai vari Campagnoli di turno e impresari di cave e costruttori, a proponenti del business for the business di multinazionali pro azionisti. Il porcello di Luminasio da fastidio. Sono diventati tutti vegetariani, evidentemente, o mangiano tritati di calcestruzzo e residui di cava all'aroma di scarichi turbogas. Tutto, ma non l'agricoltura di qualità.

Ecco, noi NON vogliamo fare come quella ghenga. Proprio noi non siamo quella robba lì.

Cesare Zecca