È terminata l’esperienza di Altro
Appennino in questo mandato elettorale 2009-2013; cosa si può dire?
Parlo a titolo personale, visto che una
condivisione collettiva di questo tipo non c’è stata e comunque
parto da prima dell’inizio, sarò sicuramente carente per cui
invito ad integrare.
È stata una bella esperienza, anche se
forse prematura ed “ingenua” , lo è stata fin prima dell’inizio
quando una sorta di armata Brancaleone si è radunata intorno ad
un’idea di Claudia e Paolo e non so di chi altro. Un pezzo di popolo si è messo a far politica e, con interminabili
discussioni, abbiamo messo a punto il programma, trovato i candidati
e ci siamo immersi nella campagna elettorale.
Occorre subito citare gli oltre 200
cittadini di Vergato e gli oltre 200 di Grizzana che ci hanno scelti,
un successo che mi ha sorpreso, soprattutto a Vergato dove eravamo
meno conosciuti, il gioco delle cifre ha determinato 0 consiglieri a
Vergato e 1 a Grizzana.
Il consigliere eletto è stato Cesare
Zecca e devo dire che il ruolo di consigliere lo ha svolto sempre
nell’ottica di “portavoce del gruppo” votando anche in
difformità delle proprie idee personali ma mantenendo il rigore di
portavoce; a Vergato abbiamo cercato di seguire i consigli comunali
(soprattutto il sottoscritto e Massimo Bellini) ma la nostra
resistenza è via via scemata fino di fatto alla rinuncia.
Cosa abbiamo ottenuto? NULLA perché il
nostro sistema elettorale è bloccato e le maggioranze sono blindate…
però c’eravamo ed abbiamo detto la nostra. Non è un Nulla totale:
- Dispersione di aerosol in atmosfera(scie chimiche): il comune di Grizzana nella persona del sindaco ha chiesto dati ottenendo delle (non)risposte che legittimano ogni tipo di fosco pensiero.
- Unioni civili: a Grizzana non sono più un tabù, sembra banale ma in Italia non è mai scontato.
Qualche nota “divertente” gli
“scazzi” e, permettetemi esprimo pareri personali, il più delle volte ed i più feroci
sono stati “confronti scontri” su posizioni del sig Zecca
espresse pubblicamente ma a titolo personale, i temi erano
soprattutto di controllo demografico che, non a caso, non avevano
trovato condivisione per cui erano stati tenuti fuori dal programma.
L’emotività di molti era tale da non distinguere le idee personali
(di tutti) dagli atti ufficiali (del consigliere).
Altre volte, meno “scazzi” e meno feroci, scattava il fatto che “il problema che illustro” è
“il problema” cioè la priorità e qui volta per volta erano gli
ungulati, i passaggi privatizzati, le scie chimiche, la
“privatizzazione” dell’acqua di Sanguineda, le nuove spese in
strade ed illuminazione, l’abbandono delle ferrovie ecc. .
CONCLUSIONI (ovviamente mie personali)
Consigliere di minoranza è un
lavoro ingrato, leggi tutto, studi, motivi ogni singolo tuo atto
e.. non serve a niente, il voto è blindato ma,se alla maggioranza
piace, te lo scippa ed il dirti grazie dipende solo all’educazione.
Reggere il quotidiano nel tempo non
è mai banale, le strutture resistono i gruppi di volontari
cedono e spesso solo per accumulo di cialtronerie.
Defezioni tante e spesso per
incaponimento su singoli fatti esasperati e tolti dal contesto.
Distruggere è facile ed immediato,
costruire è lungo faticoso e fragile, ognuno di noi, chi più
chi meno, dovrebbe “vedersela col proprio psicoterapeuta” nel
senso che spesso il “deragliamento emotivo” è tale da far
scoppiare vere e proprie bombe sul nulla, su parole che dovrebbero
solo innescare discussioni ed approfondimento, anche il “mantenere
l’impegno” dovrebbe avere quel minimo d’attenzione per non
“lasciar cadere” cioè, posso ed è legittimo non esserci per
problemi, impegni, mancanza di voglia, molto meno legittimo il
delegittimare e l’innescare negli altri la sfiducia, è più onesto
illustrare le ragioni per chiedere lo scioglimento del gruppo o
dichiararne la propria fuoriuscita.
Abbiamo lasciato solo il
consigliere, invece di farci banalmente un crono programma di
chi, volta per volta, si recava in consiglio comunale con Cesare
Zecca abbiamo lasciato fare al caso, a volte c’eravamo e poi sempre
più spesso no… difficile chiedere come votare ad un gruppo che
“non c’è” ma quando il gruppo c’era il consigliere si è
sempre consultato ritenendosi “portavoce pro tempore”.
Abbiamo perso però abbiamo VINTO,
nel senso che a pochi anni di distanza sono diventate comuni parole
come “consumo di territorio”, “sostenibilità”, qualcuno alla
parola “crescita” associa sempre di più un’obesità che si
abbuffa ancora di più piuttosto che qualcosa di bello, purtroppo
qualcuno chiede ancora “lavoro” e non “reddito”, abbiamo dato
il nostro piccolo contributo ad una evoluzione culturale senza
aspettare necessariamente il disastro
che ce la renderà obbligatoria.
Valerio Pezzoli