martedì 15 settembre 2009

Decrescita demografica


  • Ambiente e sovrappopolazione.
    Uno studio: investire in contraccettivi per salvare la Terra
    (Blogeko.it)
Sulla questione della decrescita demografica, in Altro Appennino c’è una spaccatura netta tra laici e religiosi (cattolici ma non solo visto che la procreazione massiva irresponsabile è la prassi comune di molti immigrati  musulmani). Per tale motivo tale questione non è stata affrontata in campagna elettorale.
Nell’articolo recente di blogeko si… scopre l’acqua calda: i problemi ambientali e la sovrappopolazione sono strettamente intrecciati.
Il degrado drastico ed evidente della qualità di vita, dell’ambiente, dei parametri di sostenibilità, esemplare in centri abitati cresciuti ed in crescita tumorale, Pioppe di Salvaro nel comune di Grizzana Morandi, Vergato capoluogo, Riola espansione verso sud/Marano (non citiamo altro, esempi terribili anche nei comuni limitrofi),  gli squilibri e i gravi problemi creatisi e poi aggravatisi con la crescita, di villetta in villetta, di strada in strada, di casa in casa, di capannone in capannone (aggiungere ora l’aggettivo vuoto a villetta, casa e capannone e rileggere) e le pseudo soluzioni proposte che hanno contribuito a crearne di peggiori, dimostrano inequivocabilmente la scelleratezza della religione della crescita demografica e di quelle conseguenti. Paragonate la qualità di vivere di Sanguineda, di Veggio, di Salvaro, di Collina ai mostriciattoli antiurbanistici sopracitati tendenti, talvolta, al degrado di mediocri periferie  se non di pessime banlieue.
Osservo questo vivere in una sorta di manicomio kafkiano nel quale molti zeloti continuano a negare l’evidenza della realtà, dell’aritmetica, obbedendo, come invasati, a prescrizioni religiose del tutto anacronistiche e, attualmente, non plus ultra deleterie.
Il credere - obbedire - combattere è sempre stato accompagnato da un quarto punto, tanto ingiuntivo quanto implicito: fare figli (cicogna arma di distruzione di massa del pianeta e di guerra).
E’ ora di pensare - decrescere - amare (cosa diversa dal livello biologico a cui si esplica l’allevamento di figli).
Questa pagina esplica la posizione di parte della lista Altro Appennino.
Cesare Zecca

2 commenti:

  1. Cesare Zecca Says:
    settembre 22nd, 2009 at 15:34

    Nel corso della discussione nella riunione di lista di sabato scorso 19 settembre ci sono stati alcuni altroappeninici che hanno affermato alcune cose

    o - è falso che non si possa sostenere un ulteriore aumento demografico
    o - i nostri comuni possono ospitare più persone di quanto avviene attualmente
    o - esiste una presunta libertà illimitata di riproduzione

    Ho trovato un documento estremamente importante sull’impronta ecologica relativo alla nostra realtà locale.
    Il documento è stato caricato in ValleVerdeDelReno

    (nella cartella http://it.groups.yahoo.com/group/ValleVerdeDelReno/files/ è il file ImprontaEcologicaProvinciaBologna2007.pdf)

    ma, visto che questi documenti spesso spariscono vi segnalo che è disponibile attualmente anche sul sito della provincia.

    L’impronta ecologica è un metodo scientifico di stima con buona precisione della (in)sostenibilità antropica di una popolazione sul territorio che la ospita ottenuta calcolando il prodotto

    consistenza numerica x consumi pro capite

    I consumi sono calcolati considerando molti parametri (consumi alimentari, logistici, abitativi, idrici, energetici, il consumo di territorio, di materie prime, etc.) e valutandola rispetto alla biocapacità del territorio (capacità di rigenerare, ogni anno, risorse come acqua, ossigeno, energia, bio diversità, zone naturali selvatiche e non antropizzate disponibili, etc.) ideato dagli scienziati Mathis Wackernagel e William Rees.

    Il metodo è implacabile e rifugge da moralismi: è il prodotto che conta, non uno dei due fattori e ciò smonta le speculazioni dei vari sostenitori della crescita o coloro che ipotizzano sobrietà inesistenti per sostenere l’aumento demografico o paragoni bislacchi tra pochi consumatori compulsivi e molti sobri consapevoli.

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  2. E’ importante avere a disposizione i dati relativi al 2007 relativi alla impronta ecologica locale, ovvero della provincia di Bologna e dei suoi comuni che smentiscono seccamente queste credenze, emerse anche nella riunione di sabato.
    Qual’è la REALTA’ della provincia di Bologna?

    Riassumendo:

    1. la provincia di Bologna ha una impronta ecologica media di 4,34 gha (ettari globali) pro capite
    2. Il territorio necessario per sostenere i consumi degli abitanti della provincia di Bologna e grosso modo pari all’intera Emilia Romagna (v. fig. 5)
    3. i comuni di collina, come Grizzana Morandi hanno un deficit un po’ meno pesante (impronta ecologica tra i 3,6 e i 3,9 gha) ma sono lungi dalla sostenibilità definita dalla
    4. biocapacità media del territorio bolognese che è di 1.7 gha
    5. gli unici comuni che hanno un piccolo credito sono quelli della fascia montana (ca. 1.1 gha di credito pro capite).

    Considerato che abbiamo il dovere morale di contribuire alla verità, è necessario considerare attentamente questi dati.
    Affermazioni come c’è liberta di fare tanti figli, c’è un presunto diritto all’immigrazione, la popolazione può aumentare ulteriormente sono credenze moralmente estremamente gravi che alimentano un problema già drammatico.
    Più o meno siamo allo stesso livello di credenze come fare l’amore è peccato, la tecnologia risolve i problemi, la coppia è monogamica chiusa e altre stupidate del genere.

    Infine, un discorso di correttezza e di etica.
    Fare figli è un atto sociale perché ha conseguenze che riguardano la comunità ed il prossimo e le generazioni a venire.
    Una delle credenze esistenti è che esso sia un diritto individuale.
    Ciò è evidentemente illogico ovvero falso e deriva da precetti religiosi ormai diventati non solo anacronistii ma nefasti.
    Stati che hanno già affrontato l’urgenza della decrescita demografica per evitare il genocidio ed il collasso sociale, come la Cina (in Cina non sono leghisti!) regolano la demografia e la controllano ferreamente per il bene comune.
    In molte tribù animiste sia africane che di nativi americani, il numero di figli che le coppie della tribù possano fare, è deciso di anno in anno, collettivamente o dagli anziani, in funzione dei raccolti, della mortalità e di altri fattori.

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