giovedì 2 luglio 2009

Una dose in più


Quattro deragliamenti da fine maggio a oggi e le immagini della tragedia di Viareggio sembrano dare ragione a Ezio Gallori. “Le Fs? Un colabrodo - dice tranchant il leader storico dei macchinisti tricolori - .
Hanno tagliato personale, levato i verificatori, tolto i guardalinea, imposto il macchinista unico. Risultato: un bilancio in pareggio, forse. Ma anche otto guasti seri in quattro settimane”. Di più: il parco di locomotive e carrozze made in Italy - penalizzato da un rinnovo che procede con il contagocce - è uno tra i più vecchi d’Europa, con un età media oltre i 20 anni. E, come possono testimoniare ogni mattina migliaia di pendolari, è afflitto da tutti gli acciacchi legati al dato anagrafico.
(repubblica.it)
Ecco le parole dette da un tecnico con cognizione di causa di ciò che è semplice buon senso derivante da osservazione della realtà. La caporetto della manutenzione, l’apoteosi dell’antieconomia orientata al lucro immediato di pochi, del liberismo più miope e stupido, lucro privato e danni e costi pubblici, il sistema dello sviluppo infinito, tumorale, più scemo e ingordo che si ritorce su se stesso. Tutto ciò a scapito dell’economia del risparmio, della manutenzione, della produzione di beni utili, dei servizi necessari, dei controlli indispensabili, l’economia della STABILITA’ e del lavoro.
Allora, in tutto ciò essi continuano a voler fare edilizia, a proporre delle idiozie complete pro traffico su gomma, con progetti scellerati da 320M€ in bretelle Reno - Setta, tangenziali di Vado, in milionate per passanti nord, in deliri come ponte sullo stretto, nuove autostrade e altre bojate del genere, l’assalto continuo della strade alla ferrovia.
Ora, come si giudicherebbe un poveraccio che rinuncia a mangiare o che porta le mutande lerce con le croste per risparmiare su doccia e lavatrice e che si compra roba inutile l’anello con un diamante di 4 carati o le scarpe in coccodrillo? O a quell’iperteso obeso arteriosclerotico che spende tutto il suo reddito disponibile in ciccioli, lardo e coppe dal suo norcino preferito?
Si penserebbe: ma questo è completamente suonato, è un pazzo…
Ora pigliamo questa insania e la facciamo amministrazione locale, tipo il coro unanime a Vergato, in insediamento del consiglio, venerdì 26 giugno u.s., con Focci, Guermandi e Testoni tutti allineati in un coro di osanna alla bretella salvifica delle meravigliose sorti progressive della valle del Reno.
Leggo frasi stravaganti come inutili fumisterie ideologiche di tipo ecologista relativamente alla “tangenziale di Vado”.
Mah.
Ora, parlare di fumisterie ideologiche quando il sistema ferroviario in stato comatoso per decenni di investimenti SOLO (auto)stradali e di tagli, ridimensionamenti, di riduzione sistematica di rete, manutenzione, estensione, capillarità del sistema ferroviario, riduce in cenere e macerie persone e abitazioni (senza considerare gli innumerevoli incidenti settimanali dovuti a vetustà del materiale rotabile e alla riduzione drastica della manutenzione, anche a Vajano a pochi km da noi) mi pare, per lo meno macabro e, sostanzialmente, folle.
Ma non è finita. Prendiamo le ferrovie la cui rete, capillarità ed estensione è in costante diminuzione dagli anni 60 (ca 16550 km oggi, con 5.100 km di linee non in esercizio, 2.700 km di linee in esercizio poco o non utilizzate), con il taglio sistematico di tutti i raccordi ferroviari per zone industriali e la depredazione a scopo edilizio di aree contigue a stazioni e fondamentali per la logistica ferroviaria.
Ora, ad un malato a rischio di vita per inedia, la già scarsa alimentazione viene dedicata per l’80% all’Alta Velocità che trasporta il 10% dei passeggeri. La scienza osserva che non sono le linee ma i nodi il punto critico e cosa propongono? Di fare nuove linee per trasportare aria (Sergio Bologna in Val di Susa: un tunnel per trasportare aria?) lasciando i nodi più intasati di mai.
Viviamo in una regione che, in un bollettino del pendolari Emilia Romagna (sito http://www.pendolarier.it/ ora chiuso) in una tabella, regione per regione, della quota del PIL regionale dedicata agli investimenti in ferrovia, risultava in media mediocre posizione. PIL elevato ma, percentuale dedicato alla cura del ferro,  0.18%,  bassissima (lo zerovirgolapercento non è una battuta) superata da Campania, Lombardia, Toscana (fonte Rapporto Pendolaria 2008 di Legambiente).
Congetture? Un par di palle, congetture. Realtà.
La linea Faenza-Firenze che ha (avuto) uno strepitoso successo (verificato di persona viaggiando su treni affollati) in seguito all’introduzione dell’orario cadenzato, avrebbe ulteriori margini di aumento del traffico. Prolungamento a Ravenna, per il bacino turistico balneare della Romagna settentrionale, ma la regione ER non ci mette un euro uno, non un minimo interesse e il treno RA-FI semplicemente non si fa (i macchinisti mi hanno raccontato che un imprenditore romagnolo, tempo addietro, decise di organizzare una coppia di treni merci giornaliero (Ravenna - Livorno e ritorrno) via Faenza Firenze con uno strepitoso successo, era già pronto, in seguito alla richiesta del mercato, ad aumentare a 4 coppie di treni giornalieri, iniziativa ostacolata e quindi soppressa perché “dava fastidio alle aziende e cooperative di autotrasporti ravennati”).
Insomma, questi amministratori blaterano nei programmi della necessità di investire in un sistema ferroviario, di corse notturne sulla Porrettana e altri specchietti per allodole e nella pratica votano contro e si trastullano con alluvioni di nuove strade, anche localmente (porrettana veloce Sasso - Borgonuovo, scelleratezza della bretella Reno-Setta, porrettana veloce a nord di Silla, “tangenziale” di Vado, ipotesi di tangenziali a Marzabotto, per i traffico di TIR per la cartiera, nessuna menzione di uno scalo merci, ora le cartiere sono chiuse, almeno abbiamo evitato l’ennesimo scempio ambientale utile solo ai portafogli dei costruttori e al portafoglio elettorale voti da relativi drogati di trafficosugomma)
Silenzio assordante sui 5500 morti all’anno sulle strade.
Nel frattempo tutti questi giochini provocano uno spaventoso deficit di bilancio, le casse pubbliche già anemiche si dissanguano, pochi fanno centinaia di milioni di utili. La cura del ferro… già.
Il barile è vuoto, non ci sono risorse, il drogato chiede vuole e pretende insistentemente maggiori dosi di strade e traffico su gomma.
Al diavolo il sistema ferroviario, quello si fotta. Pochi denari, l’importante è avere la roba. Datemi una dose di strade in più.
Cesare Zecca

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